“Garantire il rinnovo gratuito delle frequenze per il 5G a fronte di un committment di costruzione di rete e telecomunicazioni”. È questa la proposta avanzata al Governo da Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim e delegato del presidente di Confindustria alla transizione digitale, a margine della presentazione del Rapporto Cyber Index Pmi nella sede di Confindustria a Roma. “E’ uno dei punti che ho sollevato anche nelle varie interlocuzioni col Mimit e con il Sistema Paese – prosegue Labriola – nel senso che sarebbe una modalità intelligente per permettere un’accelerazione nello sviluppo delle infrastrutture.La stessa cosa è stata fatta più o meno in Brasile sul 5G, quindi noi l’abbiamo già incominciata a dire un anno fa”.
La decisione dell’agenzia federale delle reti tedesca
La proposta dell’Ad di Tim, tra l’altro, va nella direzione di quanto sta accadendo in Germania, dove La Bundesnetzagentur (BNetzA), agenzia federale delle reti, ha stabilito che Deutsche Telekom, Telefónica Deutschland (O2 Germany) e Vodafone Germany potranno continuare a utilizzare gratuitamente le frequenze per il 5G, nelle bande 800MHz, 1800MHz e 2.6GHz fino al 2030, ma dovranno rispettare obiettivi di copertura più ambiziosi e negoziare l’accesso con i concorrenti.
La spinta verso un cloud sovrano italiano
Nel suo intervento alla presentazione del Rapporto Cyber Index Pmi Labriola ha anche lanciato l’idea di un cloud sovrano italiano: “In un mondo nel quale qualunque soggetto si può alzare la mattina e aumentare i dazi – ogni riferimento è casuale – un giorno si potrebbe dire che su tutto quello che è messo nel cloud da soggetti appartenenti ad altra nazione bisogna interrompere la fornitura dei servizi”.
“Dico tutto questo – sottolinea Labriola – perché dovremmo attrezzarci sempre più verso un cloud sovrano italiano. Non è che pensi che si trovino aziende che riescano a investire decine di miliardi in ricerca e sviluppo, ma ci sono modalità per ridurre i rischi”.
Non si tratta di fantascienza, e a dimostrarlo – argomenta Labriola – ci sono precedenti storici: “Quando le aziende cinesi sono state bannate dagli Stati Uniti, 7-8 anni fa, si sono trovate nell’impossibilità di accendere i computer perché Microsoft aveva bloccato le licenze – spiega Labriola – Si tratta di un tema che prima o poi tutti i Paesi, non solo l’Italia, dovranno affrontare”.
Cybersecurity, una questione (anche) di velocità
Dall’Ad di Tim e rappresentante di Confindustria arriva anche un monito sull’importanza di affrontare le criticità legate alla sicurezza informatica sempre più in tempo reale. “Dobbiamo cambiare la velocità con cui affrontiamo i problemi – afferma – Se ci mettiamo a discutere per troppo tempo, le cose vanno poi avanti”.
Tim sale in borsa sui rumors del rafforzamento di Poste
La giornata è iniziata per Tim con forti crescite in Borsa, sull’onda del possibile rafforzamento della presenza di Poste nel capitale azionario dell’operatore Tlc. Ieri il consiglio d’amministrazione della società guidata da Matteo Del Fante ha approvato il bilancio 2024, che si è chiuso con oltre due miliardi di euro di utile netto.
Secondo le ricostruzioni della stampa questi risultati potrebbero essere propedeutici a una salita di Poste nell’azionariato di Tim. Dopo aver rilevato il 9,81% della società da Cdp, infatti, il gruppo potrebbe farsi avanti, secondo quanto ricostruito da Repubblica, per acquisire da Vivendi – oggi al 18,37% di Tim – un ulteriore 10% delle azioni dell’operatore.
A questo potrebbe aggiungersi il tema del ruolo di Iliad nella vicenda, un argomento che il 24 aprile potrebbe essere tra i punti all’ordine del giorno sul tavolo dell’incontro sulle telecomunicazioni in programma al Mimit.