Sviluppo di infrastrutture fisiche a banda larga ed ultralarga. Lo prevede il comma 10 dell’articolo 4 della Legge di Stabilità. La norma non quantifica l’investimento ma autorizza ”la spesa” per il completamento del Piano nazionale banda larga, definito dal Ministero dello sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni e autorizzato dalla Commissione europea.
Spariscono dunque i 20 milioni, eliminati nel decreto del Fare, ma inizialmente reinseriti nella prima bozza della legge di Stabilità circolata qualche giorno fa che, sempre all’articolo 4, recitava invece: “Per il completamento del Piano nazionale banda larga, definito dal ministero dello Sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni e autorizzato dalla Commissione europea (aiuto di Stato n.SA.33807 (2011/N)-Italia) è autorizzata la spesa di 20,75 milioni di euro per l’anno 2014”.
I 20 milioni facevano parte dei 150 finanziati dal Crescita 2.0 per l’Agenda Digitale che sarebbero serviti a eliminare il digital divide al Centro Nord, stralciati dal decreto del Fare per volontà Commissioni Bilancio e Affari e Costituzionali della Camera che avevano attinto da risorse stanziate con precedenti decreti – tra cui appunto la banda larga – per coprire alcuni provvedimenti.
In quell’occasione non erano stati però toccati i 100 milioni di euro che il Mise sta stanziando per il Sud, dove – tra l’altro – sono state avviate gare per la banda ultralarga a partire dalla Campania.