Tim e Iliad guardano con sempre maggiore attenzione al consolidamento. In occasione di un evento a Roma, i due amministratori delegati, Pietro Labriola e Benedetto Levi, hanno sottolineato l’importanza del processo per rilanciare le Tlc. Anche facendo esplicito riferimento a un possibile deal tra le due aziende. E non solo.
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Labriola: “Combinazione Tim-Iliad positiva”
“Una combinazione Tim – Iliad o Wind- Iliad la vedrei positiva laddove l’unica che non è fattibile per l’Antitrust è Tim-Wind” – ha spiegato Pietro Labriola – Con un consolidamento eviteremmo una pluralità di reti e torneremmo verso la razionalità del mercato”.
“La nostra società è contenta di aver trovato un’azionista come Poste che considera quello in Tim un investimento strategico, perché bisogna ragionare sul lungo termine”, ha poi aggiunto.
Focus anche sui dazi. Secondo l’Ad di Tim “l’impatto dei dazi sulle telecomunicazioni è ridotto, in quanto le società che forniscono prodotti sono cinesi o europee”.
Tuttavia – ha aggiunto – dal momento “non c’è un settore che non usi software americano, dobbiamo tornare a discutere di cloud sovrani. Con una guerra dei dazi un domani se tutti i prodotti software e cloud fossero americani si metterebbe in crisi l’intera economia”.
Levi: “Iliad pronta a fare la sua parte nel consolidamento”
Anche per Benedetto Levi, Ad di Iliad, il consolidamento darebbe benefici al settore delle Tlc e “siamo pronti a fare la nostra parte”.
Sulla guerra dei prezzi per Levi “è una delle cause degli investimenti ridotti. Iliad non ha mai lanciato un’offerta di 5G a meno di 9,99 euro, noi scegliamo di fare concorrenza ma non sui prezzi”. “L’intelligenza artificiale – ha concluso – è una partita che si sta giocando adesso e rischiamo di essere esclusi come Unione europea se non acceleriamo, oggi l’innovazione tecnologica prevede investimento nell’AI”.
Focus anche sul tema frequenze. “Se pensiamo alle frequenze, in iliad siamo favorevoli a modalità di assegnazione meno onerose, che privilegino gli impegni di investimento, come già avvenuto in Germania, dove il regolatore ha deciso di estendere la durata di alcune frequenze mobili agli operatori storici per 5 anni, in cambio di stringenti obblighi di copertura e apertura alla concorrenza – ha ricordato Levi – Allo stesso tempo, l’intervento pubblico non deve impattare le dinamiche concorrenziali. Per questo, eventuali proroghe del pacchetto 4G in scadenza nel 2029 devono necessariamente prevedere misure per eliminare l’attuale asimmetria in termini di dotazioni frequenziali tra i vari operatori mobili sul mercato”.
Levi ha sottolineato: “”In iliad abbiamo un punto di vista particolare sull’equilibrio tra Stato e mercato, che nasce da una prospettiva di mercato da ultimo arrivato e challenger”.
“Crediamo – ha concluso – che un modello efficace preveda che l’intervento statale non sostituisca le dinamiche concorrenziali, ma le sostenga con delle politiche pubbliche che risolvono le criticità di sistema, accelerando i processi e rendendo più efficienti gli investimenti degli operatori”.
Gola: “Irrealizzabile switch off del rame al 2030”
Il numero uno di Open Fiber, Giuseppe Gola, ha acceso i riflettori sullo switch off del rame, irrealizzabile al 2030.
“L’obiettivo è avere un’infrastruttura in fibra” che sostituisca il rame ma a oggi “nonostante lo sforzo a livello europeo non siamo vicini al risultato e a livello italiano affrontiamo anche qualche complessità in più”. ha detto.
“L’Italia è indietro sui tassi di adozione – ricorda – dobbiamo fare uno sforzo per accelerare”. L’obiettivo europeo è quello di completare lo switch off dal rame alla fibra “non sarà realizzabile nel 2030 ma sicuramente negli anni successivi: tuttavia serve un’azione congiunta tra gli attori che lavorano su questo sistema, dagli operatori di infrastrutture al retail”, ha concluso Gola.
Il consolidamento Tlc tra i temi chiave di Telco per l’Italia
Il consolidamento Tlc come driver per rilanciare il settore tra i temi chiave di Telco per l’Italia, in programma a Roma l’11 giugno 2025. Il link per la registrazione QUI