Tim cede Sparkle. L’azienda guidata da Labriola e Boost BidCo, veicolo controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipato da Retelit, hanno firmato l’accordo per l’acquisto della cable company sulla base dell’offerta approvata dal Consiglio di Amministrazione di Tim lo scorso 12 febbraio, che aveva preventivamente ricevuto il parere favorevole del comitato parti correlate.
Indice degli argomenti
I termini dell’accordo
L’accordo, la cui valutazione è stata realizzata seguendo la disciplina prevista per le operazioni con parti correlate, determina l’enterprise value di Sparkle in 700 milioni di euro. Il prezzo per la cessione sarà pari all’enterprise value, rettificato sulla base del valore dell’indebitamento netto e del capitale circolante di Sparkle al closing. L’accordo prevede un’eventuale rettifica del prezzo, qualora non vengano raggiunti taluni obiettivi relativi all’Ebitda 2025 di Sparkle.
Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro l’ultimo trimestre del 2025, una volta completate le attività propedeutiche, tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.
L’accordo prevede infine la sottoscrizione al closing tra Tim e Sparkle di un contratto volto a regolare i servizi che saranno prestati reciprocamente tra le società successivamente al closing.
Il commento di Intermonte
Gli analisti di Intermonte evidenziano due novità rilevanti: da un lato, il closing dell’operazione è stato anticipato al 4Q25 (rispetto alla precedente ipotesi di 1Q26), dall’altro il prezzo di 700 milioni è soggetto ad aggiustamenti qualora non venissero raggiunti determinati obiettivi di Ebitda 2025.
“Tim aveva previsto l’utilizzo del 50% dei proventi di Sparkle (circa 350 milioni) per una possibile remunerazione straordinaria agli azionisti nel corso del 2026, in caso di closing nel 1Q26 – spiega Intermonte – ma senza specificare il mix a livello di modalità (dividendi e/o buyback) o classe di azioni (ordinarie vs risparmio).
Secondo gli analisti “con l’anticipo del closing, la distribuzione agli azionisti potrebbe avvenire già nel 2025, a condizione che vengano ricostituite riserve distribuibili. Ci sembra quindi plausibile che la Società possa a breve proporre una riduzione del capitale sociale, da approvare entro fine anno in sede Egm”.