Nel panorama della trasformazione digitale, anche i luoghi della cultura stanno ripensando la propria infrastruttura tecnologica per offrire esperienze più coinvolgenti e servizi sempre più integrati. È il caso del Muse – Museo delle Scienze di Trento, una delle istituzioni museali italiane più all’avanguardia, che ha recentemente avviato un importante progetto di aggiornamento della propria rete di connettività. L’obiettivo? Abilitare una connessione wi-fi efficiente, scalabile e gestibile in modo semplice, per sostenere la crescente domanda di servizi digitali e ottimizzare la fruizione degli spazi museali.
Inaugurato nel 2013 e progettato da Renzo Piano, il Muse si estende su una superficie di circa 19.000 metri quadrati distribuiti su sei piani, integrando esposizioni interattive, mostre temporanee e numerosi eventi. Un contesto complesso, che richiede una rete solida e capillare, capace di supportare sia le esigenze dei visitatori sia quelle dei servizi interni. La sfida era duplice: garantire una copertura omogenea in tutte le aree – incluse quelle esterne come il parco e la serra – e, al contempo, ridurre la complessità e il numero degli apparati di rete, ottimizzando costi e gestione.
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Un’infrastruttura Wi-Fi rinnovata
A distanza di dieci anni dalla prima installazione di un’infrastruttura wi-fi tradizionale, basata su oltre 150 access point wi-fi 4 poi evoluti a wi-fi 5, il Muse ha deciso di puntare su un revamping radicale. La scelta è ricaduta sulle soluzioni wi-fi 6 di Cambium Networks, con il supporto di Gread Lab, divisione IT di Gread Elettronica Srl di Rovereto.
La nuova infrastruttura ha permesso una riduzione significativa del numero di access point, passati da oltre 150 a 67 unità complessive (60 indoor XV2-2 e 7 outdoor XV2-2T0), con un abbattimento di oltre un terzo rispetto alla configurazione precedente. Questo, senza alcuna perdita di performance o copertura: anzi, la rete è stata estesa efficacemente anche agli spazi esterni, garantendo continuità di servizio durante eventi o manifestazioni all’aperto.
La rete, gestita tramite il controller cloud cnMaestro-X, comprende 18 WLan suddivise in 19 gruppi wi-fi, supporta 9 VLan dedicate e consente di integrare le sedi periferiche del Muse (Ledro, Predazzo, Viote) in un’unica piattaforma di controllo centralizzata. Una scelta strategica per un museo che, oltre ad accogliere migliaia di visitatori l’anno, è anche un centro di ricerca e divulgazione scientifica connesso a livello internazionale.
Un progetto di trasformazione digitale a 360 gradi
Il cuore dell’aggiornamento tecnologico non risiede solo nell’adozione del wi-fi 6, ma nell’intera filosofia di gestione della rete. Il controller cnMaestro-X, con la sua capacità di orchestrare in cloud una rete complessa e distribuita, ha permesso di ottimizzare il deployment, il monitoraggio e la manutenzione degli access point, riducendo i tempi di intervento e aumentando la flessibilità operativa.
Grazie alla pre-programmazione degli AP tramite cnMaestro, il rollout della nuova infrastruttura si è svolto in maniera rapida e senza interruzioni per l’operatività del museo. La rete supporta una media di 120-150 dispositivi connessi ogni giorno, con picchi di oltre 500 connessioni simultanee durante eventi o iniziative particolari.
La nuova architettura ha inoltre permesso l’integrazione di servizi di autenticazione avanzati. Oltre ai tradizionali sistemi di login per gli ospiti, sono stati implementati protocolli di accesso sicuro come Radius e Easy Connect (GSuite, AzureAD, Voucher), e la rete Eduroam, dedicata ai ricercatori e agli studenti universitari europei, è stata estesa a tutto l’ambiente museale.
Esperienza migliorata per visitatori e operatori
I risultati sono tangibili sia per i visitatori sia per lo staff del Muse. Gli spazi aperti dell’atrio centrale (il “Big Void”), le aree compartimentate delle sale espositive e gli uffici godono oggi di una copertura stabile e omogenea, anche durante il roaming tra le celle. Questo si traduce in un’esperienza fluida e senza interruzioni per il pubblico, che può interagire con le installazioni multimediali, partecipare a eventi interattivi o semplicemente navigare in rete durante la visita.
L’infrastruttura ha mostrato un’elevata resilienza e capacità di adattamento alle esigenze operative del museo, che sta già valutando l’adozione di nuove tecnologie emergenti come il Wi-Fi 7 per le aree dedicate agli uffici, mediante l’eventuale integrazione di unità Cambium X7-35X.
Connettività come leva per l’innovazione culturale
La trasformazione digitale del Muse rappresenta un esempio di come le tecnologie di connettività possano essere un potente abilitatore di innovazione nei luoghi della cultura. In un contesto in cui la fruizione museale si arricchisce sempre più di contenuti digitali e interattivi, la capacità di garantire un’infrastruttura di rete solida, scalabile e sicura diventa un requisito fondamentale.
Non si tratta solo di offrire una connessione Wi-Fi ai visitatori, ma di integrare la tecnologia come parte integrante dell’esperienza culturale, in grado di supportare nuovi modelli di interazione, accesso ai contenuti e gestione delle attività interne.