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Ibm e i dazi di Trump: 150 miliardi di dollari sul Made in Usa



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L’obiettivo dichiarato del maxi investimento è quello di rilanciare l’economia e rafforzare il ruolo di leader globale nel settore informatico. Il piano quinquennale include risorse pari a oltre 30 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per promuovere e proseguire la produzione americana di mainframe e computer quantistici

Pubblicato il 29 apr 2025



borsa

Nel corso dei prossimi cinque anni Ibm investirà 150 miliardi di dollari negli Stati Uniti d’America. L’obiettivo dichiarato, secondo quanto si legge in una nota di Big Blue, è quello di “rilanciare l’economia e rafforzare il suo ruolo di leader globale nel settore informatico”. Il piano include risorse pari a oltre 30 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per promuovere e proseguire la produzione americana di mainframe e computer quantistici.

“La tecnologia non si limita a costruire il futuro, ma lo definisce”, commenta Arvind Krishna, presidente e amministratore delegato di Ibm. “Ci siamo concentrati sull’occupazione e sulla produzione americana fin dalla nostra fondazione 114 anni fa, e con questo investimento e impegno produttivo garantiamo che Ibm rimanga l’epicentro delle capacità informatiche e di intelligenza artificiale più avanzate al mondo”.

Il ruolo di Ibm nello scenario economico statunitense

Ibm è in effetti uno dei maggiori datori di lavoro nel settore tecnologico degli Stati Uniti e, tra le altre cose, ha introdotto innovazioni che hanno avuto un impatto diretto sulla società e sull’economia americana. La società ricorda per esempio i sistemi di elaborazione dati che hanno reso possibile il sistema di previdenza sociale statunitense, il programma Apollo che ha portato l’uomo sulla Luna e i software che consentono alle aziende dei settori più svariati di prosperare.

La tradizione continua a Poughkeepsie, New York, dove Ibm produce i mainframe che costituiscono la spina dorsale tecnologica di molti verticali economici, americani e globali. L’azienda sottolinea che oltre il 70% delle transazioni mondiali in termini di valore avviene attraverso i mainframe Ibm prodotti negli Stati Uniti.

Ibm gestisce inoltre la più grande flotta di sistemi di quantum computing al mondo e perseguendo una strategia di crescita continuerà a progettare, costruire e assemblare computer quantistici in America. “Il calcolo quantistico rappresenta uno dei più grandi cambiamenti tecnologici e opportunità economiche degli ultimi decenni e risolverà problemi che i computer convenzionali odierni non sono in grado di risolvere”, spiega la società. “L’abilitazione di queste soluzioni non solo ci aiuterà a comprendere meglio i fondamenti del funzionamento del mondo, ma è destinata a trasformare la competitività, l’occupazione e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il Quantum Network di Ibm fornisce l’accesso ai sistemi quantistici di Ibm a quasi 300 aziende Fortune 500, istituti accademici, laboratori nazionali e startup, ed è accessibile da oltre 600mila utenti attivi”.

In coerenza con lo spirito del tempo (e con i dettami dell’amministrazione Trump), Ibm riafferma dunque l’impegno in un’innovazione fortemente connotata dai principi del Made in Usa, con l’ambizione di generare nuove opportunità economiche in tutto il mondo.

Le prospettive per il medio termine

“Rimaniamo ottimisti sulle opportunità di crescita a lungo termine nel settore tecnologico e nell’economia globale. Pur riconoscendo un contesto macroeconomico fluido, sulla base delle informazioni attualmente disponibili confermiamo le previsioni annuali di crescita dei ricavi e del flusso di cassa libero”, aveva dichiarato Krishna la scorsa settimana, in occasione della pubblicazione dei risultati finanziari del primo trimestre del 2025.

In particolare, nei tre mesi Ibm ha messo a segno ricavi pari a 14,5 miliardi di dollari. Da inizio anno, le azioni della società hanno registrato un incremento del 12%, superando l’indice di riferimento S&P 500, che nello stesso periodo ha segnato una contrazione di quasi il 9%. Per il secondo trimestre, il colosso tecnologico prevede ricavi compresi tra 16,40 miliardi e 16,75 miliardi di dollari, al di sopra delle stime degli analisti, pari a 16,33 miliardi di dollari, secondo dati elaborati da Lseg.

L’identikit di Ibm, oggi

Dopo una lunga evoluzione che ha visto alternarsi diversi processi di trasformazione aziendale, oggi Ibm si posiziona a livello globale come fornitore di piattaforme di cloud ibrido, intelligenza artificiale e servizi consulenziali. Con un parco clienti in oltre 175 Paesi, il gruppo sviluppa soluzioni che aiutano le imprese a sfruttare al meglio le informazioni ricavate dai dati, semplificare i processi aziendali, ridurre i costi e ottenere un vantaggio competitivo nei settori di attività, anche facendo leva sulla piattaforma cloud ibrida di Ibm e a Red Hat OpenShift.

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