Il Web in cirillico in mano all’Intelligence russa. Entro la fine del 2013 in Russia entrerà in vigore l’ordinanza del Ministero delle Comunicazioni per la quale i servizi di sicurezza avranno pieno accesso ai dati degli utenti di Internet, compresi i numeri di telefono, indirizzi IP, nomi di account e gli indirizzi email delle persone.
Sotto controllo i profili delle persone registrate nei social network, gli utenti delle chat come ICQ – il più usato in Russia – e gli abbonati di telefonia via Internet.
Il progetto di ordinanza preparata in primavera è stato concordato in via preventiva con l’Fsb (ex Kgb) e deve essere registrato presso il Ministero della Giustizia. Lo riporta il quotidiano Kommersant citando fonti del mercato delle telecomunicazioni.
La norma imporrà l’obbligo ai fornitori di servizi Internet di contribuire alle ricerche dei servizi di sicurezza collegando la propria rete all’attrezzatura speciale per la registrazione e la memorizzazione del traffico Internet. Il tutto entro il primo luglio 2014.
Meno di un anno fa entrò in vigore in Russia una legge che consente al governo di oscurare i siti che veicolano contenuti vietati. Ufficialmente il provvedimento è pensato per bloccare i contenuti pericolosi di carattere pornografico e pedopornografico, i siti terroristici o quelli che spiegano come fabbricare una bomba artigianale o come coltivare droghe. Ma secondo i critici del presidente Vladimir Putin come Reporter senza Frontiere, di fatto il provvedimento si può tradurre in censura.
Alla Conferenza di Dubai dell’Itu nel 2012 la Russia, insieme a Cina e Brasile, ha tifato per una Rete sottoposta a maggiori controlli governativi, con l’obiettivo anche di scardinare il predominio americano, mente l’altro blocco capitanato dagli Stati Uniti, tra cui anche l’Italia e l’Europa, ha spinto per “tutelare la libertà di espressione” e le capacità di autogoverno.