Sull’Agenda Digitale si salda l’asse tra Enrico Letta e Neelie Kroes verso il mercato unico delle Tlc, e il premier italiano sottolinea la propria fiducia a Francesco Caio, “digital champion anche a livello europeo”. Intanto da Confindustria digitale arriva la proposta di vincolare gli Stati membri a un “Digital Compact”, riservando alla questione le stesse attenzioni dedicate al risanamento dei bilanci.
L’asse Letta-Kroes
Il presidente del Consiglio, intervenendo all’Italian digital agenda annual forum ha offerto tutto il suo appoggio al progetto di Mercato unico Tlc della Commissione europea, assumendo su di sé tutta la responsabilità per l’attuazione del programma comunitario in Italia. “Il single tlc market è un’occasione imperdibile – ha detto – servono digital champion europei, non è possibile che singoli regolatori blocchino tutto”.
Rispetto all’eventualità che alcuni dicasteri possano fare resistenza, Letta è stato netto: “Bisogna saper dire di no a un singolo ministro, serve dire con chiarezza chi comanda”.
Nell’occasione Letta ha voluto esplicitare il proprio pieno appoggio a Francesco Caio, commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale italiana, che ha definito “Digital champion anche a livello europeo”.
Pochi minuti prima la vicepresidente Neelie Kroes aveva sottolineato i vantaggi dell’attuazione dell’agenda digitale: “Dieci punti percentuali in più di banda larga si traducono in una crescita del Pil tra l’1 e l’1,5% – ha detto – Internet crea 5 posti di lavoro ogni due persi, e presto il 90% dei posti di lavoro richiederà competenze digitali. L’Italia ha una grande opportunità da cogliere”. Anche dal commissario all’agenda digitale sono arrivati i complimenti a Francesco Caio: “Se ci fossero due o tre come lui in Europa – ha sottolineato – avrei molte meno preoccupazioni”.
Il ruolo di Francesco Caio
“Mister agenda digitale”, forte dell’appoggio incondizionato del premier, ha dispiegato subito la sua roadmap. “Non so come si possa fare una spending review senza gli strumenti digitali – ha detto Francesco Caio – non è più etico gestire tutto con le scartoffie e con le fatture cartacee che non si sa che fine fanno”. Nel suo intervento Caio ha sottolineato che l’agenda digitale è un “progetto di profondissima riforma strutturale per dare più servizi ai cittadini, far fare un salto di competitività a tutto il Paese”, e ha ribadito i tre grandi punti su cui sta lavorando il governo: il sistema pubblico di identità digitale, che dovrebbe portare a inizio 2014 alle prime identità digitali; l’anagrafe digitale; la fatturazione elettronica, che dovrebbe portare all’obbligo di fattura digitale entro il giugno 2014 per le imprese che vendono alla pubblica amministrazione centrale”.
La spinta di Confindustria digitale
Il “Digital Compact”, a mutuare il principio del “Fiscal Compact” che l’Unione europea ha adottato per il risanamento dei bilanci degli stati membri, è la proposta che Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale, ha voluto lanciare per dare una spinta propulsiva la progetto: “Ora occorre un patto che vincoli gli Stati membri sugli obiettivi dell’Agenda digitale – ha detto – E’ necessario fare investimenti digitali fuori dalla legge di stabilità, o non si fanno più. Solo così possiamo rompere le infinite e sorde resistenze che ancora troviamo nelle amministrazioni pubbliche, ma anche nelle aziende private, riportando l’Europa sulla via della crescita”.
Un’idea che ha trovato subito l’approvazione di Franco Bassanini, presidente della Casa Depositi e Prestiti, che ha ricordato come a suo parere l’Italia abbia “bisogno di avere vincoli esterni”.
Tutti contro il partito dell’anti digitalizzazione
Alla platea del secondo Italian digital agenda forum il viceministro per lo sviluppo Antonio Catricalà ha sottolineato che “Il partito dei nemici della digitalizzazione è abbastanza forte e diffuso: non sono solo enemies, ma sono digital evaders. La digitalizzazione completa cambierà talmente e così velocemente il costume della nostra vita che chiaramente tantissime rendite cadranno, tantissime posizioni di privilegio andranno riviste”.
Massimo Sarmi, ad di Poste Italiane e delegato di Confindustria per i servizi digitali evoluti, ha puntato sulla necessità di un piano di servizi di e-government: “Il punto importante sulla digitalizzazione della PA ora è convergere. Confindustria vuole avere un ruolo attivo in questo ambito ed è auspicabile disporre di un piano in cui siano delineate le caratteristiche dei servizi, i livelli di qualità, gli standard metodologici e le linee di controllo”.
“L’implementazione dell’Agenda digitale, oltre ad essere la leva per lo sviluppo del Paese, può permettere il mantenimento ed il rafforzamento delle eccellenze rimaste, strategiche per il futuro italiano”, ha detto Cristiano Radaelli, presidente di Anitec. “Per questo – ha continuato – auspichiamo un ruolo forte dell’Unione Europea nell’attuazione di un sistema di mercato integrato con gli Stati Uniti, che possono rappresentare ancora un interessante mercato di sbocco per l’industria italiana ad alto contenuto tecnologico”.
“L’imprenditore italiano si trova oggi in una tempesta perfetta – ha sottolineato Alberto Tripi, presidente del Gruppo AlmavivA e vice presidente Assinform – raggiunto da un vortice di informazioni molecolari inutili se non gestite, utilizzabili e preziose se elaborate da una piattaforma che le organizzi e dia loro un senso. L’Italia è partita tardi, ma sta per fare un salto in avanti”. Così nasce la proposta-sfida che Tripi indirizza al Governo, cui chiede la “rimodulazione dell’Iva per favorire l’e-commerce”.