La commissione Libertà civili e giustizia del Parlamento Ue ha dato il primo, importante via libera a Strasburgo al nuovo regolamento sulla Protezione dei dati europei. Con 49 sì, 3 no e un astenuto, il Parlamento dell’Unione ha rafforzato, rispetto alla proposta della Commissione, gli strumenti sanzionatori previsti per chi violerà la direttiva. Le multe potranno arrivare fino a 100 milioni di euro (contro un milione proposto dalla Commissione) o al 5% del fatturato dell’azienda giudicata colpevole. La luce verde dell’assemblea apre ora la strada all’accordo con il Consiglio dei governi e con la Commissione europea, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione finale entro la legislatura in scadenza nel maggio 2014.
Con le nuove regole le multinazionali di Internet non potranno più fornire informazioni sui cittadini e sulle società dei 28 Paesi dell’Unione europea ai servizi segreti degli Stati Uniti senza una preventiva autorizzazione delle autorità Ue. Un dirigente specializzato nella protezione dei dati dovrà essere assunto nelle imprese che raccolgono ampie quantità di dati. Restano escluse, per non aggravare i costi, le piccole e medie aziende con attività principale non concentrata nel “data processing”.
La riforma della precedente direttiva Ue sulla Protezione dei dati (del 1995) tenta così di bloccare l’attività di spionaggio della National security agency (Nsa) di Washington denunciata da Edward Snowden e punta a ripristinare la fiducia dei cittadini sul rispetto della privacy da parte degli operatori telematici e di Internet.
Come ha osservato il commissario Ue alla giustizia, Viviane Reding, è un “momento importante per la democrazia europea” perché il provvedimento punta a “rafforzare e uniformare” il diritto europeo sulla materia e consentirà di “ridurre i costi per le imprese, nonché di aumentare la protezione dei nostri cittadini”.
E oggi il Garante della Privacy italiano Antonello Soro ha inviato una lettera al presidente del consiglio, Enrico Letta, chiedendogli di n”sostenere con forza” presso l’imminente consiglio dei capi di Stato e di governo Ue a Bruxelles, ”la necessità che l’Europa adotti il progetto di riforma” sul trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati, che appunto ha ricevuto ieri il primo via libera dal Parlamento europeo.