I servizi segreti statunitensi spiavano anche il nostro Paese intercettando “telefonate, sms ed e-mail tra Italia e Usa, in entrata e in uscita”. Dopo le rivelazioni di Le Monde sulle intercettazioni telefoniche in Francia, ieri Claudio Fava, deputato di Sel e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi (Copasir), ha riferito, parlando a Radio24 il contenuto di una serie di incontri che dal 29 settembre al 4 ottobre scorsi una delegazione del Copasir ha avuto a Washington con i direttori delle agenzie di intelligence americane e con i componenti delle commissioni di controllo sui servizi di Congresso e Senato Usa.
“Dai nostri qualificatissimi interlocutori – ha detto Fava – abbiamo avuto la conferma che telefonate, sms, e-mail tra Italia e Stati Uniti, in entrata e in uscita, sono oggetto di un programma di sorveglianza elettronica del governo Usa regolato esclusivamente dalle leggi federali, che, per quanto i nostri interlocutori ci hanno ribadito, sono dunque la sola bussola che governa questo tipo di attività di spionaggio”.
Ora il Copasir chiede chiarimenti al governo, perciò si riunirà domani per ascoltare il sottosegretario con delega alla Sicurezza Marco Minniti. “Faremo pressioni sull’esecutivo perché ci sia chiarezza” ha detto il presidente del Comitato, Giacomo Stucchi. “In questo momento siamo nel campo delle ipotesi, negli Stati Uniti dicono che non tutto quello che sta mostrando Edward Snowden (colui che, con le sue rivelazioni, ha dato il via al Datagate, ndr) è reale. Senza voler negare nulla, c’è l’obbligo di non gridare ‘al lupo al lupo’ quando il lupo non c’è. È importante – ha aggiunto – che siamo messi nelle condizioni di poter capire quello che è successo e questo noi chiederemo al sottosegretario Minniti che domani verrà in audizione».
Le osservazioni del Copasir riguardano il funzionamento del sistema di sorveglianza Prism, ma più in generale un vero e proprio monitoraggio cominciato da anni e tuttora attivo, pur avendo “come unico obiettivo l’attività dell’antiterrorismo“.
“Mi sembra chiaro che è avvenuto anche in Italia” spiega Fava, sottolineando che “se si va guardare il pezzo di Le Monde ci offre un dato puntuale su quello che avveniva con la Francia, ma ricordando anche che lo stesso sistema di raccolta a strascico di dati in base ad alcuni sensori è stato fatto nei confronti di altri Paesi, cosa che non è stata smentita dai vertici dei servizi segreti americani, con i quali abbiamo avuto una serie di incontri due settimane fa. Ci hanno spiegato – ha proseguito il parlamentare di Sel – che il loro scrupolo principale è stato quello di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese. Che tutto questo confligga con le leggi nazionali di Paesi alleati è un punto di vista che loro non hanno, ma che noi dovremmo avere”.
In serata il Garante per la Privacy Antonello Soro ha reso nota una lettera scritta al primo ministro Enrico Letta in cui chiede al governo di verificare le attività di spionaggio Usa sui cittadini italiani.
Ieri i vertici politici francesi si sono infuriati dopo aver appreso che, dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, la Nsa (National Security Agency) degli Usa ha effettuato 70,3 milioni di registrazioni di dati telefonici (telefonate e sms) dei francesi. E il presidente francese François Hollande, parlando con il suo omologo statunitense Barack Obama, l’ha definita “una pratica inaccettabile tra amici e alleati”.