Studiare ed evidenziare le migliori modalità di tassazione per l’economia digitale nei confini Ue. Con questo scopo la Commissione europea ha dato vita a un gruppo di lavoro ad hoc.
“I sistemi fiscali in vigore oggi sono stati concepiti in un’epoca in cui ancora non esistevano I computer – afferma Algirdas Šemeta, commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale, l’audit e la lotta antifrode – Nessuna sorpresa, quindi, se spesso vanno a scontrarsi con l’economia digitale. La tassazione non deve essere un ostacolo su tutto ciò che di buono esprime la rivoluzione digitale. Dobbiamo assicurare che il settore giochi il giusto ruolo, e paghi il giusto. Le sfide collegate alla tassazione dell’economia digitale sono enormi – continua Šemeta – e non ci sono ancora risposte pronte. Per questo abbiamo bisogno di riflessioni profonde, su questo tema all’interno dell’Unione euroepa, per assicurare che i prossimi passi che faremo siano quelli giusti”.
Su queste basi nasce il nuovo “gruppo di esperti di alto livello sulla tassazione della digital economy”, che sarà composto da non oltre sette membri e presieduto da una “personalità con un profilo politico e background rilevante sui temi trattati”, e che inizierà i lavori entro la fine dell’anno e riporterà le proposte alla Commissione nella prima metà del 2014.
Il compito del gruppo sarà di esaminare i migliori metodi di tassazione, soppesando sia i benefici sia i rischi di ogni approccio.
Allo stesso tempo l’Unione europea continuerà a contribuire, annuncia una nota del commissario Šemeta, al lavoro che si sta sviluppando su questi temi in scala ancora più ampia, per assicurare un approccio coerente e complementare alla tassazione del digitale dell’Unione europea anche a livello internazionale.
Analizzando il contesto in cui nasce la decisione di dare vita a questo gruppo di lavoro, nel documento emergono da una parte la necessità di non frenare un settore che assicura altissimi livelli di ricerca, innovazione e personale altamente qualificato, e se possibile di rimuovere gli ostacoli che ne rallentano la crescita. Dall’altra quella di assicurarsi che anche questo settore paghi “il giusto” in termini fiscali.
“Una questione complicata – si legge nella nota – dal momento che in questo campo le società sono spesso di natura globale e inafferrabile, e che le regole fiscali non sono state disegnate avendo in mente l’e-commerce. Il risultato – conclude la nota – è che spesso le tasse pagate dall’economia digitale non sono in linea con la presenza e con i profitti del settore. Per questo è necessario un nuovo approccio che sia pensato per proteggere I sistemi fiscali degli stati membri e assicurare che il principio della giusta tassazione non sia messo in discussione nell’Unione europea”.