I capi di stato del Consiglio Europeo hanno sostenuto la proposta della Commissione Ue per un mercato unico delle telecomunicazioni. Lo riporta in una nota Neelie Kroes, commissaria Ue per l’Agenda digitale, sottolineando la richiesta di una “adozione tempestiva” da parte del Consiglio Ue sul pacchetto. “Questa urgenza è resa necessaria dalle prossime elezioni del Parlamento europeo – continua la Kroes – e siamo al lavoro perchè l’adozione del pacchetto arrivi prima della fine della legislatura”.
“Il Consiglio Europeo tornerà sul tema nel 2014”, assicura la commissaria Ue, sostenendo che tutti i capi di stato hanno capito come non si possano avere, ad esempio, “costi aggiuntivi per il roaming all’interno dell’Ue”. L’adozione del pacchetto sulle telecomunicazioni fa parte del progetto di completamento del mercato unico digitale, auspicato per il 2015, insieme al raggiungimento di un quadro europeo sulla protezione dei dati e all’approvazione di una direttiva sulla cyber-security. Come si legge nelle conclusioni del vertice Ue sui lavori di ieri, una parte dei fondi strutturali 2014-2020 dovrebbe essere destinata all’educazione e alla formazione nel settore dell’Ict.
E’ stato dunque trovato l’accordo politico tra i capi di stato e di governo degli stati membri sul pacchetto Kroes anche se l’approvazione definitiva sarà data nel prossimo vertice Ue dei ministri europei delle Tlc. Ieri anche il presidente della Commissione Barroso aveva auspicato l’intesa su questi temi.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta ha rilanciato: “Sul mercato unico delle tlc bisogna farcela entro la fine della legislatura europea. E’ molto importante la decisione di andare avanti speditamente sul mercato unico delle tlc”.
Dal Consiglio Europeo di Bruxelles arriva una “scossa al mondo delle telecomunicazioni in Europa, molto significativa e importante, una buona notizia per i consumatori e per il sistema delle imprese”.
Letta fa l’esempio della volontà di “abbattere il roaming per introdurre un meccanismo funzionante” e meno costoso per cittadini e imprese. Il premier ha spiegato che c’è “la consapevolezza da parte di tutti che negli anni ’90 l’Europa era all’avanguardia nelle telecomunicazioni, ma in 15 anni ci siamo giocati il vantaggio che avevamo acquisito, perche’ il tema della dimensione di scala e’ diventato quello più rilevante. I grandi operatori americani, cinesi, giapponesi, hanno finito per battere gli operatori europei”. Ora, ha proseguito ancora Letta, si è presa una decisione “in controtendenza rispetto alle scelte di questi tempi, che portano a rinazionalizzare in tempo di crisi economica” di puntare verso una “maggiore integrazione europea, che vuol dire un’Europa più competitiva, la nascita potenziale di grandi campioni europei in grado di giocarsela con i loro competitor mondiali”.
Letta considera positivamente “la nascita potenziale di grandi campioni europei” delle telecomunicazioni che sarà facilitata dall’ulteriore integrazione del mercato Ue delle Tlc. Senza fare alcun riferimento a Telecom Italia, Letta ha detto che “la maggiore integrazione europea vuol dire la nascita potenziale di grandi campioni europei che siano in condizione di giocarsela con i loro competitors giapponesi, cinesi e americani principalmente. Questo rappresenta un punto positivo sul quale l’Italia si è battuta nei giorni scorsi,” ha detto.
L’Italia preme dunque affinché sull’agenda digitale europea si agisca “prima della fine della legislatura del Parlamento europeo. So che e’ un obiettivo ambizioso e non semplice, ma se non ce la facessimo sarebbe un pessimo segnale, perderemmo un sacco di tempo e sarebbe un messaggio negativo”.
Ieri Enrico Letta aveva annunciato ai colleghi Ue che l’Italia spenderà il 10% dei fondi strutturali Ue per il periodo 2014-2020 in infrastrutture digitali, e in particolare nello sviluppo della banda larga. Come detto da mister Agenda digitale, Francesco Caio, in un’intervista al nostro giornale le risorse ammontano a circa 35 miliardi su un ammontare torale di 300 miliardi.
Il tema della banda larga è stato affrontato anche dal premier britannico David Cameron, secondo cui “è assolutamente essenziale in Europa una regolamentazione per creare lavoro e crescita”. “E questo cio’ di cui abbiamo bisogno nell’Ue – ha detto – La banda larga è uno dei migliori business in Gran Bretagna”. “Sono qui a Bruxelles – ha continuato – per parlare della regolamentazione che possiamo tagliare, dei principi che possiamo applicare, del lavoro che possiamo fare con la Commissione europea per aiutare le nostre imprese ad essere competitive”.
Anne Bouverot, dg della Gsma, accoglie con favore l’impegno dei leader europei sul digitale. “Il digitale – dice – è uno dei fattori chiave per per la crescita, l’occupazione e la produttività in Europa. Gli investimenti in nuove infrastrutture di telecomunicazione, come 4G, sono di vitale importanza e per questo serve una politica di sostegno e di contesto regolamentare adeguata”.
“Il Consiglio europeo – prosegue Bouverot – ha inviato un forte segnale sulla necessità di promuovere questi investimenti e di accelerare sulle iniziative legislative in settori chiave quali data protection, e-identification e i pagamenti così come sull’impegno a ridurre gli ostacoli al roll out della banda larga”.
Allo stesso tempo, rispetto al pacchetto tlc, Gsma invita tutte le parti a ”iniziare a lavorare il prima possibile su proposte più onnicomprensive che possano affrontare in modo efficace” le ragioni del ritardo europeo negli investimenti per le infrastrutture