A due anni di distanza dalla posa della prima pietra, Eni ha inaugurato il nuovo datacenter di Ferrera Erbognone in provincia di Pavia. Alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, del presidente del gruppo Giuseppe Recchi e dell’amministratore delegato Paolo Scaroni è stato pigiato il tasto che ha dato simbolicamente il via alle quattrocento applicazioni che girano nel dc e che mandano avanti le attività del gruppo.
“Qui elaboriamo la nostra contabilità e tutte le attività amministrative – ha spiegato Scaroni – in più trattiamo tutte le informazioni geologiche. Ogni volta che noi facciamo esplorazione per cercare giacimenti riceviamo una enorme quantità di informazioni che devono essere trattate per poterci dare le indicazioni sulla presenza o meno di idrocarburi”.
I big data di Eni passano dunque per la nuova struttura che, come ha precisato il vice president e responsabile tecnologico del gruppo Gianluigi Castelli, in termini di efficienza energetica, il rapporto tra energia utilizzata ed energia dedicata all’It, vanta, unica al mondo, un valore al di sotto di 1,2, mentre gli altri impianti presenti in Italia si aggirano tra 2 e 3.
Costruito all’insegna del risparmio energetico e della sostenibilità, il green datacenter abbatte le emissioni di Co2 con un risparmio di circa 335 mila tonnellate annue (circa l’1% dell’obiettivo italiano di Kyoto per l’energia) con una forte riduzione dei costi operativi.
L’investimento di cento milioni di euro dovrebbe infatti essere recuperato nel giro di poco più di tre anni visto ogni 365 giorni sono circa trenta i milioni risparmiati.
Con 5.200 mq utili fino a 300 Mw di potenza It e una concentrazione di potenza elettrica fino a 50kW/mq, il dc è uno dei primi impianti in Europa per tipologia e dimensione. Dal punto di vista tecnologico una delle caratteristiche principali è data dal sistema di raffreddamento che utilizza sei camini per raffreddare i server. Questo sistema, con aria calda e fredda che viaggiano separate, permette di utilizzare per il 75% il free cooling (l’aria esterna) per il 75% del tempo di funzioamento, mentre la restante parte è coperta dai condizionatori.
“Abbiamo scelto Ferrera Erbognone – ha spiegato Castelli – perché avevamo bisogno di spazio e di un’area che ci permettesse di alzare delle torri di trenta metri. In più il tipo particolare di alimentazione ci permette di non utilizzare generatori diesel e soprattutto la vicinanza con la centrale elettrica Enipower elimina la quota di dispersioni derivanti dal trasporto su rete elettrica geografica che si aggira intorno al 5-6%”.
“Questo è solo l’inizio di una profonda revisione dell’It dell’Eni”, ha concluso il vice president spiegando che il gruppo, che nella costruzione del dc si è avvalso anche della collaborazione di università come il Politecnico di Milano e Milano-Bicocca, ha deciso di rendere disposnibili per gli atenei la progettazione esecutiva dell’impianto che ha un valore di otto milioni di euro.