LA SVOLTA DELLE TELCO

Ciccone (Fastweb): “Velocità chiave di sviluppo digitale”

Il direttore strategie della compagnia: “L’offerta di maggiore banda ridarà forza alla domanda”

Pubblicato il 30 Ott 2013

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“Ci sono segnali importanti di ripresa. Adesso avviamo un circolo virtuoso in cui ciascun attore faccia il proprio ruolo: noi operatori investire nella qualità, il governo sostenere le politiche digitali, Agcom rilanciare la concorrenza”. Federico Ciccone, direttore strategie di Fastweb, vede la nascita di un nuovo ciclo per le Tlc all’interno di uno scenario più grande.
Che cosa vi dicono le ultime novità di mercato? Le Tlc stanno uscendo dal tunnel?
Ci sono tre segnali importanti. Agcom ha fatto un primo passo per la riduzione dei prezzi wholesale e unbundling correggendo uno squilibrio nella struttura del mercato. Non è un beneficio temporaneo, perché darà stimolo alla concorrenza, permetterà nuovi investimenti e spingerà l’innovazione. Il secondo segnale è la ripresa di investimenti in infrastrutture. L’Italia nel 2012 ha investito più di altri Paesi e Fastweb è in prima linea per lo sviluppo delle reti in fibra. Pensiamo che con il proliferare di nuovi strumenti, smartphone, tablet, la velocità sia un elemento cruciale di sviluppo digitale. L’offerta di maggiore banda ridarà forza non solo all’indotto delle Tlc ma anche alla domanda, che secondo noi è già matura. Il terzo segnale positivo sono le politiche Ict nell’Agenda digitale. L’Italia non ha un problema infrastrutturale, ma è in forte ritardo sulla PA digitale.
Quindi c’è una svolta nell’aria?
Ci sono buoni segnali ma vanno confermati. Noi portiamo avanti gli investimenti in infrastrutture. Se anche gli altri attori faranno il proprio ruolo si creerà un circolo virtuoso.
In che consisterebbe questo circolo virtuoso per la ripresa delle Tlc?
Nuove infrastrutture che potenzieranno la domanda, concorrenza più solida, politiche di impulso dal governo per l’Agenda digitale: tutto questo insieme equivale finalmente all’incontro tra domanda e offerta.
Incontro che finora non c’è stato…
Infatti. Noi pensiamo che la domanda sia pronta: dobbiamo offrire un servizio superiore.
Per voi questo “servizio superiore” significa fibra. Per lo Stato l’alba di una vera PA digitale.
Proprio così. Se c’è incontro tra politiche di governo e quello che stanno facendo gli operatori, non ho dubbi che raggiungeremo gli obiettivi dell’Agenda digitale 2020. Il terzo anello è l’Agcom: prezzi all’ingrosso più equi aiutano gli operatori non a ridurre le tariffe (cosa che sarebbe controproducente)… ma a liberare risorse per gli investimenti. Agcom si è già mossa per riequilibrare un sistema che era molto squilibrato.
Veniamo al vostro ruolo. Con quali strategie perseguirete la ripresa? Penso anche all’Adsl di cui sembra non si parli più: ma gli sconti Agcom incidono anche su questa.
Investire in qualità è la nostra ricetta per il successo. Qualità non solo nella fibra ma anche nell’Adsl, sia unbundling sia bitstream. I nostri clienti sono aumentati dell’12,8% da giugno 2012 a giugno 2013, a quota 1,89 milioni. Le ultime mosse sono da leggere in questa scia. Siamo stati i primi in Italia a dare i 100 Megabit anche su Vdsl2. Siamo i primi in Europa a creare una rete con armadi indipendenti da quelli dell’incumbent. Per l’Adsl ammoderneremo gli apparati, espanderemo la rete unbundling nelle zone in cui ci sarà abbastanza domanda. Per il bitstream abbiamo trovato soluzioni tecnologiche ethernet per migliorare le prestazioni. Possiamo fare tutto questo grazie alla strategia lungimirante, decisa dieci anni fa, di avere una rete nazionale indipendente.
La vostra scommessa è: l’aumento di qualità farà crescere la domanda. Ma di cosa? Di connessioni o anche di altro? In altre parole quali fonti di ricavo vedete per la ripresa?
Vogliamo restare operatori di comunicazioni. Il focus è far meglio quello che già facciamo. I nostri conti miglioreranno grazie a tre cose: maggior numero di clienti, uso crescente di una nostra infrastruttura invece che quella di terzi, maggiore successo in tutti i segmenti di mercato.
Come vedete il consolidamento?
È un trend internazionale. Fastweb ha una caratteristica che la differenzia dagli altri non incumbent: è leader nel mercato business. Questo ci dà una scala importante rispetto a chi opera solo sul consumer.
Quindi non sarete necessariamente oggetto di consolidamento?
Abbiamo avviato un percorso che ci permette una sostenibilità di lungo periodo. Cresciamo su tutti i mercati: consumer, grandi aziende e PA.

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