Con semplici movimenti delle mani, e senza touchscreen, “afferrare” le immagini dal display di un computer, elaborarle e trasferirle ad un altro display: è questa la funzionalità chiave della Gesture recognition technology, che si candida a diventare quella che gli americani amano definire “the next big thing”, la prossima grande novità.
Il riferimento d’obbligo è a Minority Report, film di fantascienza del 2002 diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise. Tratta liberamente dall’omonimo racconto di Philip Dick, la pellicola mostra scene in cui Cruise naviga fra contenuti digitali usando solo le mani rivestite da guanti speciali. I cinefili lo ricordano mentre, con pochi movimenti delle dita, fa scorrere immagini su display trasparenti, le sposta o le ridimensiona. Ed era un’epoca in cui il touch, che ormai siamo abituati a usare costantemente sui nostri smartphone o tablet, era del tutto sconosciuto. Il creatore di quella speciale interfaccia, John Underkoffler, ha poi messo in pratica nel mondo reale le tecniche utilizzate nella fiction fondando nel 2006 la società Oblong Industries, che sta sviluppando applicazioni basate sulla tecnologia gesture nel settore aerospaziale, bioinformatico e video editing.
Nel 2010 il primo a “celebrare” la gesture-recognition technology fu il New York Times, che la definì “uno dei più significativi cambiamenti nelle interfaccia per dispositivi da quando il mouse è apparso accanto ai pc all’inizio degli anni Ottanta”. Ma ancora ci sarebbero voluti un paio d’anni perché uscisse pienamente allo scoperto.
Il prodotto più conosciuto in questo settore di mercato è, al momento, di proprietà di Leap Motion, start up di hardware nata nel 2010 che produce un device di piccole dimensioni in grado di consentire all’utente di usare i movimenti delle mani per controllare il computer. La società ha già ricevuto centinaia di migliaia di pre-ordini e a settembre il suo prodotto dovrebbe debuttare negli store all’interno di un nuovo computer firmato HP. Leap Motion ha anche stretto una partnership con Asus. E intanto diversi altri produttori stanno perseguendo la sua strategia.
Apple sta cercando di comprare l’israeliana PrimeSense, la società responsabile della tecnologia di Kinect, accessorio di Microsoft originariamente pensato per Xbox 360, che consente al giocatore il controllo del sistema senza la necessità di indossare o impugnare alcun oggetto. A luglio sono emerse le prime indiscrezioni sulle trattative tra la Mela e la start up di Tel Aviv, ma per ora nessuna delle due ha confermato. Intanto il gruppo co-fondato da Steve Jobs ha ottenuto di recente il brevetto per un nuovo tipo di tecnologia che consente di proiettare le immagini di un device (per esempio un iPhone) su un altro schermo e controllare le immagini di questo schermo attraverso gesti delle mani.
A luglio Intel ha acquistato Omek, altra start up israeliana di gesture-recognition per 40 milioni di dollari. “L’operazione contribuirà a incrementare la capacità di Intel di offrire una computer experience più immersiva” ha commentato un portavoce dell’azienda.
Anche Google si sta lanciando in questo mercato. E persino un produttore di smartphone come Qualcomm sta entrando nella partita. Nel 2011 la company ha acquisito GestureTek, altra start-up incentrata sulla tecnologia gesture. “Così rafforzeremo il portafoglio dei nostri prodotti per smartphone e consentiremo ai clienti di sperimentare novità”, ha commentato la company.
Ma proprio Microsoft, che con la sua tecnologia Kinect per i giochi da console è stata la prima a debuttare nel settore, sembra meno entusiasta di altri, nonostante resti determinata a sfruttarne le potenzialità. Il mese scorso ha svelato un progetto di ricerca per consentire agli utenti di usare Kinect per la navigazione “gesture based” su Windows. Si tratta di montare una videocamera Kinect sopra un desktop in grado di riconoscere una serie di gesti eseguiti sopra e attorno a una tastiera e un mouse.
“Quello che non vogliamo – ha dichiarato il responsabile delle ricerche Abigail Sellen, in netta controtendenza con altri player del settore – è fare quello che faceva Tom Cruise in Minority Report. I gesti sono belli perché casuali ed espressivi, ma il lato negativo è che non sono precisi. Il touch è preciso, il puntatore del mouse anche. Non abbiamo bisogno di sostituirli con movimenti delle mani”. Chi avrà ragione, tra Microsoft e gli altri, sarà il futuro (ormai prossimo) a dirlo.