IL PIANO

Telecom Italia, Patuano spinge sullo spin off degli immobili

Nel piano industriale anche la societarizzazione di torri e data center. Restano in pancia alla compagnia i call center, come stabilito dall’accordo coi sindacati dello scorso marzo. Equita Sim avverte: “Serve aumento di capitale per contrastare il declino del business”

Pubblicato il 31 Ott 2013

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Spunta una società ad hoc per gli immobili nel nuovo piano industriale che l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano sta mettendo a punto in vista del Cda del 7 novembre. Oltre a questo progetto nel piano si profila anche il conferimento in apposite società della divisione data center e delle torri di trasmissione. Rimane invece congelato il futuro della divisione customer care che, in seguito agli accordi coi sindacati firmati il 27 marzo scorso, non potrà essere conferita a una newco fino all’aprile del 2014.

Il Cda dovrebbe discutere anche di un aumento di capitale da 2 miliardi. Secondo Equita Sim anche se la mossa è “insufficiente a recuperare il rating di ‘investment grade’ è comunque opportuna”. “La ricapitalizzazione – spiegano gli esperti – consentirebbe di realizzare gli investimenti necessari a contrastare il declino del business e di affrontare l’eventuale cessione di Tim Brasil con i tempi giusti per valorizzare al meglio la partecipazione”. Secondo la casa d’affari il P/E delle azioni ordinarie e di risparmio di Telecom passerebbe da 5,9 volte a 6,6 dopo un aumento di circa 2 mld.

Lo spin off delle torri e dei data center era stato ventilato da Patuano lo scorso 4 ttobre in occasione dell’incontro coi sindacati. In quell’occasione, Bruno di Cola, segretario nazionale della Uilcom aveva detto al Corriere delle Comunicazioni che nel piano industriale al vaglio del cda del 7 novembre si sarebbe comunque rispettato l’accordo raggiunto il 27 marzo, per aumentare la produttività a fronte del mantenimento dell’occupazione.

L’accordo di marzo firmato lo scorso marzo mira a salvaguardare i livelli occupazionali in Telecom attraverso il miglioramento della produzione e scongiurando i licenziamenti. Dei 3 mila esuberi individuati in Telecom Italia, 2 mila e 500 saranno gestiti con contratti di solidarietà mentre 500 lavoratori lasceranno la società per andare in pensione, avendo maturato i requisiti necessari. Altri 350 lavoratori di Telecom Information Technology saranno gestiti con analoghi ammortizzatori sociali. L’azienda e i sindacati prevedono nei prossimi anni una forte ‘internalizzazione’ del lavoro. In questo modo punterebbero a rendere stabile la tutela dei livelli di occupazione. Nel dettaglio che per quanto riguarda Telecom IT 322 esuberi saranno gestiti attraverso i contratti di solidarietà e altre 22 persone andranno in pensione. E’ stata evitata poi la trasformazione del customer care, cioè i servizi al cliente, in società ad hoc come in un primo momento voluto da telecom. L’azienda si è impegnata a non vendere né societarizzare la divisione fino al 2014.

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