Il cellulare a larghissima banda, sotto l'etichetta Lte (Long
Term Evolution), è da pochi mesi una realtà sperimentale a
Torino, su 14 antenne distribuite nel centro città dai tecnologi
di TiLab di Telecom Italia, con la collaborazione dei cinesi di
Huawei. “Uno dei primi test al mondo di questo tipo”, spiega
Stefano Pileri, direttore della tecnologia a Telecom Italia, “che
ci sta generando reali dati sul campo. Ogni antenna può reggere
traffico per 140 megabit al secondo. E i terminali raggiungono i 51
megabit. Questo significa che possiamo contemporaneamente scaricare
un video ad alta definizione e insieme una videoconferenza di pari
qualità a 4 megabit bidirezionali”.
Ben di più anche delle
chiavette Hdspa oggi in commercio (7 megabit), e delle Hdspa+ che
l'anno prossimo arriveranno con i loro 21 megabit
(massimi).
“La novità tecnologica dell’Lte è riconducibile al fatto che
si tratta di un salto in avanti rispetto al WiMax”, secondo
Affari e Finanza. “I dispositivi Huawei che sono stati installati
a Torino sono paragonabili, per dimensioni e spessore, ai primi
modem Adsl o agli switch che vengono utilizzati da Fastweb per
terminare i collegamenti via cavo, ma entro il 2010 arriveranno i
system-on chip che stanno dentro una chiavetta”. Inoltre,
continua l’inserto di Repubblica, la frequenza di
sperimentazione, sui 2,6 gigahertz, probabilmente verrà messa a
gara sul territorio nazionale già l'anno prossimo, consentendo
a Telecom Italia di avviare il servizio. Intanto anche Vodafone ha
annunciato l’apertura a Milano di un centro di ricerca che vede
protagonista sempre Huawei, con due obiettivi: rendere l’offerta
wireless sempre più competitiva con la rete fissa e proporsi come
strumento per combattere il digital divide.
“Che la domanda di Internet in mobilità sia in crescita è
dimostrato dal boom delle vendite di chiavette”, sottolinea A&F.
“Oggi circa 7 milioni di famiglie e utenze italiane navigano
sulla rete solo via chiavetta. Utenti che stanno poco a casa ma
vogliono i benefici dell’alta velocità”, aggiunge Pileri. Per
ora la sperimentazione effettuata a Torino su una vettura
attrezzata con pc e modem Lte garantisce una videoconferenza in
alta definizione e un passaggio perfetto da una cella all’altra
(il cosiddetto handover). “Noi scommettiamo che con l’Lte la
videoconferenza diverrà un’attività professionale e di consumo
ben più diffusa”, dice il direttore di Telecom Italia Lab.
“Basterà avere la chiavetta per collegarsi alla riunione, e
mostrare chiaramente un documento o un grafico”.