Ci sono anche l’imprenditore Carlo De Benedetti e l’ex ministro Corrado Passera tra i 24 indagati nell’inchiesta della Procura di Ivrea (Torino) per i morti e i malati di mesotelioma pleurico tra i dipendenti che hanno lavorato negli stabilimenti Olivetti tra gli anni ’60 e gli anni ’90. De Benedetti e Passera furono rispettivamente presidente e amministratore delegato dell’azienda per alcuni anni. Le indagini, partite nel 2012, sono in fase conclusiva e riguardano 21 casi di morti e malati tra gli operai. Secondo l’ipotesi dei magistrati, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Ferrando, i decessi e le malattie sono legati alle fibre di amianto presenti negli stabilimenti. Le accuse sono di omicidio colposo e lesioni colpose.
Il primo processo di un dirigente sulla questione amianto risale al novembre 2012: è proprio quello che innescato l’inchiesta che oggi ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati anche De Benedetti e Passera.
La sentenza in questione riguarda Ottorino Beltrami, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Olivetti spa, al quale sono stati inflitti, in appello, sei mesi di carcere per omicidio colposo in relazione alla morte di una lavoratrice dipendente. Il 4 dicembre la Cassazione deve pronunciarsi sul ricorso presentato dal suo legale, ma nelle scorse settimane Beltrami, all’età di 96 anni, è deceduto.
L’ex Ad di Olivetti era stato chiamato in causa per la storia di Lucia Delaurenti, esposta a un tipo di amianto chiamato tremolite, ammalatasi nel 2002 e morta a Ivrea nel 2005. Nelle motivazioni della sentenza i giudici della Corte d’appello di Torino avevano scritto: “Sono stati violati i principi basilari della sicurezza e dell’igiene del lavoro” nello stabilimento della Olivetti di San Bernardo.
A questo primo caso se ne sono aggiunti altri e l’inchiesta della procura eporediese si è estesa anche a dirigenti diversi.
Il portavoce di Carlo De Benedetti ha riferito che l’ingegnere “nel rispetto degli operai e delle loro famiglie, attende fiducioso l’esito delle indagini nella certezza della sua totale estraneità ai fatti contestati”.