Più protezione e massimo rispetto della privacy per le comunicazioni degli italiani. È l’obiettivo del governo dopo l’esplosione dello scandalo Datagate, che ha messo a rischio la riservatezza di milioni di persone in tutto il mondo e anche nel nostro Paese. Con questo scopo è stato firmato un Protocollo d’intenti tra il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, e il Direttore generale del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, presso la Sala degli Arazzi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presenza del premier Enrico Letta e del sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica.
Tra i punti principali contenuti nel documento si prevede la comunicazione al Garante degli archivi informatici consultati dal Dis. In futuro, dunque, qualora nell’attività d’intelligence si riscontri un potenziale pericolo per il diritto alla privacy, il coinvolgimento dell’Authority dovrà essere massimo.
“Cittadini ancora più tutelati e nuovi strumenti per assolvere al meglio le funzioni istituzionali sia del Garante per la Privacy sia del Comparto Intelligence” si legge in una nota di palazzo Chigi.
“Grazie alla sinergia tra il Dipartimento informazioni per la Sicurezza e il Garante della privacy, in spirito – sottolinea il comunicato – di leale collaborazione istituzionale, il Protocollo compie un altro passo in avanti nella direzione di quella trasparenza del Comparto Intelligence indicata dalla legge 124, per una cultura della sicurezza partecipata.
“Se il Datagate – riprende la nota di palazzo Chigi – ha suscitato una rinnovata attenzione dei diversi organi di controllo sul tema del trattamento dei dati personali da parte dell’Intelligence, la definizione dell’accordo si propone di dare risposta all’esigenza di sistematizzare i controlli del Garante, già previsti dalla normativa vigente, che si affiancano a quelli del Copasir e dell’Autorità giudiziaria (questi ultimi relativamente ai dati sulle comunicazioni), completando la cornice di garanzie a presidio dei dati personali da parte del Comparto Intelligence. A tale scopo il Protocollo di intenti – si precisa – compie una ricognizione delle disposizioni vigenti sugli accertamenti del Garante nei confronti dell’Intelligence, con specifico riferimento agli accessi alle banche dati delle amministrazioni e dei gestori dei servizi di pubblica utilità, e di quelli effettuati per le finalità indicate nella direttiva sulla sicurezza cibernetica”.
“In secondo luogo – si legge ancora – l’accordo richiama le modalità di esecuzione degli accertamenti del Garante nei confronti delle Agenzie di Informazione e prevede la comunicazione al Garante del piano ricognitivo degli archivi informatici cui il Dis e le Agenzie hanno accesso ai sensi dell’art. 13, comma 2 della legge 124 del 2007, e le acquisizioni di dati effettuate in attuazione dell’art. 11 della direttiva sulla sicurezza cibernetica, laddove abbiano comportato l’identificazione dell’interessato da parte delle Agenzie di informazione. Al fine di tutelare la riservatezza delle informazioni al Comparto Intelligence, l’intesa prevede anche che gli atti trasmessi al Garante siano custoditi secondo modalità idonee a garantirne la segretezza. Ma non solo. L’intesa, infatti, riconosce al Comparto Intelligence la possibilità di avvalersi, fuori dei casi di parere già previsti dalla normativa vigente, dell’attività consultiva dell‘Autorità garante sui temi attinenti al trattamento dei dati personali. Si prevede quindi – conclude la nota – la nomina di uno o più referenti di ciascuna parte ai fini dell’attuazione del Protocollo e si stabilisce una durata biennale, con la possibilità di procedere ad eventuali aggiornamenti alla luce delle innovazioni normative e regolamentari nella specifica materia”.