Il 2014 segnerà il quinto anno consecutivo di flessione dei ricavi per gli operatori di telecomunicazioni in Europa, anche se i margini operativi si stabilizzeranno, aiutati dal taglio dei costi e dalla conclusione del trend di riduzione delle tariffe di terminazione mobile, secondo le stime dell’agenzia di rating Moody’s.
In assenza di crescita del fatturato, Moody’s conferma l’outlook negativo sul settore, invariato dal 2011, nonostante l’industria delle telco, dice l’agenzia, sia vicina “a toccare il fondo” e potrebbe quindi ritrovare un trend di timida ripresa, soprattutto grazie alla crescente propensione dei consumatori a navigare da device mobili.
“La prolungata contrazione della spesa dei consumatori, conseguenza della debolezza del contesto macroeconomico, la forte concorrenza sui prezzi della telefonia mobile e la lenta trasformazione dei sistemi di tariffazione ritarderà una ripresa più solida”, afferma Moody’s. “Per cambiare il nostro outlook a stabile occorrerebbe una crescita prevedibile e sostenibile dei ricavi dell’1%-3% a sostegno della stabilità dei margini e dei flussi di cassa”.
L’indice europeo delle Tlc ha tuttavia guadagnato il 15% negli ultimi tre mesi e il 30% quest’anno. Gli investitori sperano in accordi capaci di migliorare la redditività in Europa e speculano sulle mosse di potenziali compratori, come At&t. Quest’anno sono state siglate finora sette operazioni di M&A, tra cui la cessione degli asset Usa a Verizon da parte di Vodafone, un’operazione da 130 miliardi dollari, o gli acquisti di attività nel cavo da parte di Liberty Global in Gran Bretagna e Paesi Bassi.
Intanto le autorità antitrust europee tengono sotto osservazione le operazioni di consolidamento nella telefonia mobile in Irlanda e in Germania e gli analisti ritengono che questi accordi aiuteranno a capire se Bruxelles ammorbidirà la sua posizione tradizionalmente prudente in materia di fusioni.
Carlos Winzer, analista di Moody’s, ritiene che il numero di operatori europei si ridurrà, ma non si aspetta merger tra gruppi di grosse dimensioni, come Orange e Deutsche Telekom, nei prossimi 18 mesi. “Le quattro maggiori società di telecomunicazioni integrate – Telefonica, Deutsche Telekom, Orange e Telecom Italia – o sono proiettate alla vendita o non hanno molta flessibilità o desiderio di guidare un processo di consolidamento”, osserva Winzer.
L’analista ammette tuttavia che se At&t presentasse un’offerta per Vodafone, come analisti e media hanno ipotizzato, l’affare sarebbe un game-changer e potrebbe scatenare una raffica di aggregazioni tra gruppi europei che avrebbero bisogno di maggiori economie di scala per competere.
Moody’s prevede che gli operatori europei dovranno spendere di più per gli aggiornamenti delle loro reti nel 2014, portando il rapporto Capex/vendite del settore ad almeno il 18%. Vodafone ha già annunciato il suo Project Spring con cui rafforzerà il Capex del 30% e investirà 6 miliardi di sterline in tre anni per migliorare le sue reti in Europa; altri gruppi potrebbero seguire l’esempio anche se, nota Moody’s, la flessibilità finanziaria è scarsa sia tra gli incumbent che tra i loro concorrenti.