“La divisionalizzazione della rete Telecom non basta. E nemmeno l’equivalence of input è sufficiente. Doveva fra l’altro essere fatta lo scorso anno ma così non è andata e non a caso è stato necessario l’intervento dell’Antitrust”. Il vice ministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà non ha dubbi in merito alla necessità di scorporare l’infrastruttura in capo alla società di Tlc capitanata da Marco Patuano. Intervenendo al Digital Government Summit 2013, Catricalà ha sottolineato che la “separazione societaria della rete con una significativa presenza pubblica, anche di Cassa depositi e prestiti, resta all’ordine del giorno. Credo che il governo debba farsi carico della questione a meno che Telecom Italia non dimostri che può effettvamente realizzare l’infrastruttura necessaria al Paese, ma credo che possa dimostrare ben poco”.
Secondo Catricalà inoltre il piano di dismissioni di Telecom “è la preoccupazione minore perché Alierta ha confermato al premier Letta l’intendimento a mantenere quantità e qualità dell’occupazione e ad aumentare gli investimenti a banda larga”.
Catricalà ha precisato che “con Telecom Italia non abbiamo mai parlato della questione della normativa sull’Opa, né dello scorporo della rete fissa”. E nello specifico riguardo all’Opa secondo il vice ministro “questo non è il momento di fare una riforma. Non è un problema di merito ma di metodo perché la riforma sembra fatta contro un’azienda europea e questo crea qualche problema di immagine sul mercato. Ad ogni modo sulle modifiche il Parlamento è sovrano”
Il vice ministro è intervenuto anche sulla riforma del roaming internazionale annunciata dal Commissario Ue Neelie Kroes che punta al totale allineamento delle tariffe a quelle nazionali. “E’ importante garantire servizi di qualità ai cittadini – ha detto – a prezzi accessibili. Ma è altrettanto importante che le aziende siano messe nelle condizioni di sviluppare i servizi e di fare gli investimenti necessari a sostenerne lo sviluppo”.
Contrario a una modifica dell’Opa anche, Stefano Parisi. “Sono molto contrario alla legge di riforma dell’Opa, spero che non passi in questa fase – dice il presidente di Confindustria Digitale,– E’ molto dannoso, improponibile che si cambi la legge sull’Opa in corso”. “
Forse ci si poteva pensare prima, visto che Telecom Italia è sempre stata controllata da un soggetto con meno del 30% – prosegue – Perché Massimo Mucchetti si sveglia solo ora e non ne ha neanche mai scritto prima?”.
“Come si può pensare di attrarre gli investimenti esteri cosi’?” si domanda ancora Parisi, secondo cui “questo fa dell’Italia un Paese non affidabile, tanto più che Telefonica è un investitore europeo. Mi auguro una presa di coscienza da parte del Parlamento”.