I servizi segreti italiani sapevano del programma di spionaggio europeo Tempora e il Datagate statunitense non ha violato la privacy dei cittadini. Questi i due concetti chiave espressi dal premier Enrico Letta durante un’audizione di oggi al Copasir, il Comitato parlamentare per il controllo sui servizi segreti.
Innanzitutto il presidente del Consiglio ha precisato che i britannici avevano chiesto nel 2008 anche la partecipazione dell’Italia a Tempora, versione britannica del programma Prism della Nsa, l’Agenzia nazionale di Sicurezza Usa, attiva dal 2007. I nostri servizi hanno però respinto la richiesta. Al programma hanno invece aderito Francia, Germania, Spagna e Svezia.
In seguito però, secondo recenti rivelazioni, milioni di italiani sarebbero stati monitorati dall’intelligence di Londra, soprattutto gli utenti di Google, Yahoo!, Bing della Microsoft, Skype e Facebook.
Le affermazioni di Letta sono state riferite da Claudio Fava, membro del Copasir, che ha aggiunto: “Quando il Parlamento chiedeva queste informazioni i Servizi avevano sempre negato. Credo che sia importante per il futuro dei rapporti tra Parlamento e Servizi segreti che questo atteggiamento cambi”.
Parlando in generale del Datagate, termine con cui solitamente ci si riferisce allo scandalo relativo alle intercettazioni realizzate dalla Nsa statunitense in vari Paesi europei tra cui l’Italia, il premier Letta “ha garantito che per quanto riguarda ogni possibile violazione della privacy siamo tutti sullo stesso piano. Nel senso che nessuna violazione è stata fatta ai danni di membri del governo, di parlamentari o di cittadini”. Queste affermazioni del primo ministro sono state riferite dal presidente del Copasir Giacomo Stucchi al termine dell’ audizione di Letta.