Il decreto sulla golden power è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. E così la rete di Telecom Italia rientra ufficialmente tra gli asset strategici su cui vigilerà il governo. “Rientrano negli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni – si legge nel decreto della presidenza del Consiglio – le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga”.
Sono inclusi tra gli asset strategici i collegamenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza e la rete di accesso alla rete telefonica pubblica in postazione fissa anche nel caso di connessioni stabilite mediante servizi di accesso disaggregato all’ingrosso, condiviso o wrl, in rame e fibra. I poteri speciali del governo non si applichino alle operazioni infragruppo riguardanti fusioni, scissioni, incorporazioni o cessioni. Tuttavia, i limiti ai golden power non valgono in presenza di elementi informativi circa la minaccia di un grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti.
Tra i poteri speciali del Governo c’è anche quello di porre il veto all’adozione di delibere dell’assemblea o degli organi di amministrazione di un’impresa. Il decreto, firmato lo scorso 2 ottobre da Letta, Mauro, Saccomanni, Bonino, Zanonato e Alfano, entrerà in vigore il prossimo 28 novembre.
Alla fine il governo ha dunque optato per una blindatura più soft di quella che si sarebbe verificata se la rete Telecom fosse stata invece inserita nel Dpcm sulla difesa della sicurezza nazionale che protegge asset considerati strategici dalle mire di soggetti stranieri, anche se europei. Inizialmente la modifica al testo della Golden share sul settore Difesa, approvato nel novembre del 2012, prevedeva un solo articolo che si limitava ad inserire negli asset tutelati anche “le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga”.