La soluzione per Telecom non è nello scorporo della rete, ma in un “vero aumento di capitale”. Questa la posizione della Slc-Cgil sulla vicenda Telecom Italia, che i vertici del sindacato hanno esposto in mattinata al convegno organizzato a Roma su “Made for Italy: Poste Italiane e Telecom Italia. Due aziende italiane per il sistema paese”.
“Non può essere che il 2013 passi senza aver fatto la legge sull’Opa – ha affermato il segretario generale, Susanna Camusso – Serve un intervento del Governo che rimetta la palla al centro, per tornare a ragionare, senza dare per scontato che Telecom debba diventare spagnola. Lo sviluppo della banda larga non può essere lasciato alla buona volontà degli investitori, ma deve avere un rigoroso timing del Governo e anche un apporto del pubblico”. Sulla vendita di Telecom Argentina ha ricordato che la Cgil aveva già lanciato l’allarme sul rischio dismissioni a seguito dell’arrivo degli spagnoli: “E’ una conferma delle nostre denunce – ha detto – Non si può venire a sapere di questi accordi dai giornali, c’è bisogno di un sistema di relazioni industriali tra pari. Sarebbe meglio discuterne ai tavoli piuttosto che leggerlo sui giornali”.
“Non ci convincono le rassicurazioni offerte da Alierta nell’intervista odierna al Sole 24Ore: rassicura di giorno mentre di notte vende Telecom Argentina?”. Lo dichiara in una nota Michele Azzola segretario nazionale della Slc-Cgil. “E’ anche – spiega Azzola – per non lasciare una storica e strategica azienda come Telecom in mani fragili che insistiamo affinché il Governo metta mano all’azienda che, in caso contrario, nel giro di qualche anno sarà totalmente scomparsa, sopraffatta da un mercato spietato e da giganti d’argilla”.
“Il Governo – propone il sindacalista – dovrebbe convocare Telefonica, chiedere precise garanzie sugli investimenti e sul futuro di Telecom, negoziando con Telefonica un aumento di capitale, che resterebbe la soluzione preferita, tale da dare solidità finanziaria all’azienda (5 miliardi di euro)”. Per Azzola “l’attuale situazione finanziaria di Telecom unitamente all’esigenza di proteggere la strategicità e mantenere il controllo della rete potrebbe portare anche ad utilizzare un intervento finanziario innovativo. Innanzitutto un vero aumento di capitale per 1 miliardo di euro riservato agli investitori istituzionali (come lo è il convertendo) che non dia a nessuno privilegi nella distribuzione anche mascherata di dividendi e poi la sottoscrizione di strumenti quali i contingent convertibles da parte dello Stato attraverso la Cassa depositi e prestiti oppure Poste italiane per circa 4 miliardi”.