MONTECITORIO

Datagate, Letta: “Obama vuole stop a sorveglianza alleati”

Il presidente del Consiglio riferisce alla Camera: “Nessuna compromissione alla sicurezza dell’esecutivo e delle ambasciate, né intrusioni nella privacy dei cittadini”. E precisa che i servizi italiani non hanno mai partecipato ai programmi Prism e Tempora

Pubblicato il 20 Nov 2013

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“Non risultano compromissioni della sicurezza delle comunicazioni dei vertici del Governo, né delle nostre ambasciate”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta riferendo questa mattina all’aula di Montecitorio sul caso Datagate.

“Non risulta – ha proseguito Letta – che la privacy dei cittadini italiani sia stata violata da attività condotte da organismi informativi nazionali o da questi svolte in collaborazione con servizi di intelligence stranieri. I servizi italiani – ha aggiunto – non hanno mai partecipato, né hanno mai ricevuto richiesta di partecipare ai programmi Prism e Tempora. Hanno invece ricevuto una proposta di collaborazione finalizzata alla condivisione di dati non riguardanti cittadini italiani, e la proposta è stata declinata in quanto ritenuta incompatibile con il quadro giuridico nazionale”.

In conclusione del suo intervento Enrico Letta ha anche riferito di un recente colloquio con John Kerry, segretario di Stato Usa: “Mi ha confermato – ha detto – la volontà del presidente degli Stati Uniti di rifuggire dal mettere in opera azioni di sorveglianza di carattere generalizzato sulle comunicazioni nei confronti di istituzioni e cittadini di Paesi alleati”.

”Occorre mantenere salda la bussola dei rapporti transatlantici. Viviamo una fase delicata delle relazioni internazionali, la stabilità del rapporto euroatlantico è essenziale ed è importante che l’Italia tenga salda l’alleanza con gli Stati Uniti con i quali la fiducia reciproca è essenziale – ha concluso Letta – Nel nostro Paese esiste un quadro normativo ben più rigoroso rispetto a quello di altri ordinamenti sull’uso delle nuove potenzialità tecnologiche da parte dei servizi. E’ una linea di rigore di cui noi italiani dobbiamo essere orgogliosi perché esprime l’equilibrio dei due valori costituzionali di fondo che circoscrivono l’attività di intelligence: da una parte la tutela della sicurezza della Repubblica, dall’altra parte la protezione dei diritti di libertà costituzionalmente garantiti per i cittadini”.

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