LA DECISIONE

Telecom, il Tar: “Avanti con istruttoria Antitrust su servizi rete”

Il tribunale respinge la richiesta dell’operatore di sospendere il procedimento avviato lo scorso luglio dall’Autorità. Nel mirino sei società di servizi di manutenzione sospettate di fare cartello sui prezzi offerti agli Olo

Pubblicato il 21 Nov 2013

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Non ci sono al momento sufficienti motivi per sospendere l’istruttoria Antitrust estesa a Telecom Italia, dopo essere stata avviata marzo a scorso nei confronti di sei società per accertare l’esistenza di violazioni della concorrenza sul mercato dei servizi tecnici accessori. Lo ha deciso il Tar del Lazio, respingendo la richiesta della società telefonica di sospendere l’efficacia del provvedimento dell’Autorità che aveva focalizzato la sua attenzione sulle società Alpitel, Ceit Impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina.

Per l’Antitrust, Telecom “avrebbe svolto un ruolo di coordinamento” tra le sei società “nell’intesa avente per oggetto la definizione delle condizioni tecniche ed economiche praticate dagli Olo (Other licensed operators)”. Nel respingere le richieste di Telecom, è stata fissata all’11 giugno 2014 l’udienza per la trattazione del merito del ricorso.

L’Authority ha esteso al gruppo guidato da Marco Patuano un’istruttoria avviata lo scorso mese di marzo, su denuncia di Wind, nei confronti di sei aziende di manutenzione della reteAlpitel, Ceit impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina – sospettate di fare cartello sui servizi di manutenzione offerti ai concorrenti di Telecom Italia. Il provvedimento dell’Antitrust, datato 11 luglio scorso, sostiene che “nella documentazione acquisita nel corso dell’istruttoria emerge che Telecom Italia avrebbe svolto un ruolo di coordinamento” tra le società di manutenzione. Quello di Telecom sarebbe “un ruolo di raccordo tra le parti, anche in relazione alle posizioni rappresentate (le condizioni tecniche ed economiche) nel mercato dei servizi tecnici accessori più precisamente delle attività di manutenzione correttiva”.

Telecom, infine, avrebbe svolto “un ruolo di raccordo tra le parti anche in relazione alle posizioni rappresentate all’autorità per le Comunicazioni”. In sintesi, Telecom avrebbe suggerito alle aziende di manutenzione ciò che dovevano rappresentare all’Agcom per giustificare il prezzo mensile di 2 euro, che peraltro contribuisce a fissare la tariffa finale di unbundling di 9,28 euro al mese per l’affitto dell’ultimo miglio della rete in rame. Tariffa rivista, non senza polemiche, venerdì scorso dall’Agcom che l’ha abbassata a 8,68 euro. Uno dei motivi addotti per il taglio delle tariffe di unbundling è stato il costo di manutenzione.

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