Sono otto le società che il Governo ha deciso di mettere in vendita nel piano di privatizzazione che, secondo le stime del premier Enrico Letta e del ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni dovrebbe fruttare in tutto una cifra compresa tra i 10 e i 12 miliardi.
Tra queste, oltre a Eni, Fincantieri, Sace, Cdp Tag, Grandi stazioni ed Enav ci sono anche Cdp Reti e StMicroelectronics.
L’operazione che porta sul mercato Cdp Reti passa attraverso la Cassa depositi e prestiti. La prospettiva è quella di quotare in Borsa una holding che oggi ha il controllo sulla maggioranza di Snam, la società che gestisce la rete gas italiana, e il 14% di Metroweb, il gruppo cioè proprietario della cablazione in fibra ottica nei capoluoghi più importanti, acquisita da Fastweb. Prima dell’arrivo in Piazza Affari è previsto che il 30% di Terna, spa che gestisce la rete elettrica, passi in Cdp Reti.
Quanto a StMicroelectronics, si tratta di una società italo-francese che nasce dalla fusione tra Sgs (gruppo Olivetti), poi passata a Iri, e Thomson processori. L’azienda ha il suo core business nella realizzazione di componenti per l’elettronica di consumo ed è quotata alle Borse di Parigi e Milano. La prospettiva per il tesoro è quella di fare cassa liberandosi del 14,5% del capitale che possiede indirettamente. Oggi la società vale in borsa 700 milioni.