“Nuovi modelli di business per il mobile in Italia”, è questo il tema di un convegno svoltosi a Pontecchio Marconi e promosso dal Quadrato della Radio. La ricerca di nuove strategie per lo sviluppo delle comunicazioni mobili è in effetti una necessità impellente per gli operatori. I numeri parlano chiaro: nonostante il traffico dati continui a crescere a un ritmo superiore al 30% all’anno, il fatturato dei servizi mobili continua a decrescere a ritmi tra il 10% e il 15%, a seconda degli operatori, che continuano a contendersi con offerte sempre più scontate un mercato ormai saturo.
Al convegno hanno partecipato numerosi esponenti dell’industria e dell’Università, ma anche di gestione della qualità del servizio, di Internet delle cose, di nuova catena del valore, ma soprattutto di rapporti con gli Ott che oggi monopolizzano il valore generato dai nuovi servizi e dalle applicazioni che viaggiano in rete.
Si può reagire a questa situazione? Secondo Daniele Franceschini , di Telecom Italia, gli operatori mobili dovranno rendere sempre più smart e flessibili le loro reti affinché queste possano costituire elemento insostituibile in un ecosistema dove la remunerazione non è più legata alla vendita della sola connettività, ma al trasferimento di valore realmente percepibile dal cliente e collegato all’abilitazione di nuove modalità di servizio che senza il coinvolgimento profondo della rete non sarebbe possibile.
Su questa base, secondo Franceschini, è fondamentale creare un dialogo con Ott e terze parti allo scopo di poter contribuire insieme al supporto di servizi di qualità in mobilità su smart device per il cliente finale (coopetition). Inoltre l’operatore su servizi “beyond connectivity” potrà intraprendere iniziative specifiche, come ad esempio soluzioni di M2M, Personal Communication suite, etc. volte ad allargare l’orizzonte di riferimento. Ciò, tuttavia, richiede un cambio di processi operativi, velocità e time to market rispetto al business Telco tradizionale.
Per Ermanno Berruto di Wind l’offerta dovrà evolvere secondo tre direzioni ,l’introduzione di nuovi servizi legati al controllo evoluto delle connessioni mobili (da dumb pipe a smart pipe),l’evoluzione della relazione con gli Ott (da concorrenza a partnership) e l’allargamento del mercato di riferimento (da comunicazioni person to person a comunicazioni machine to machine). L’abilitazione di questi scenari comporterà anche l’evoluzione della catena tecnologica verso architetture tipiche dell’Information Technology.
A parere di Emilio Marchionne di 3 l’Lte difficilmente potrà sostenere la crescita dei ricavi, mentre risulterà essenziale per fornire nei prossimi anni la capacità richiesta dal traffico dati in crescita vertiginosa. Egli ha poi affrontato il tema del controllo e della riduzione dei costi, mostrando come la scelta di dare progressivamente in outsourcing molte funzioni di sviluppo e gestione della rete sia stata decisiva per 3.
Difesa della privacy o monetizzazione dei dati dei clienti, ruolo della regolamentazione, guerra dei prezzi, prospettive di differenziare – e far pagare – la qualità del servizio: sono alcuni dei temi emersi dalle domande e dalle discussioni che hanno fatto seguito agli interventi dei tre relatori, come elementi centrali per il futuro di questo settore. Umberto de Julio, che ha introdotto e concluso la giornata, ha posto l’accento sul ritardo che l’industria europea ha accumulato rispetto agli Usa e ai Paesi asiatici, auspicando maggiori investimenti in innovazione da parte degli operatori e una diversa politica – più attenta allo sviluppo complessivo del settore – da parte delle autorità di regolamentazione.