“Il Governo convochi un incontro con Telecom Italia, Telefonica e sindacati”. E’ l’appello che arriva dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sottolineando che “le scelte da operare per la definizione della vicenda Telecom saranno decisive non solo per il futuro dell’azienda, ma anche per lo sviluppo del nostro Paese. Ecco perché – afferma in una nota – l’obiettivo della difficile vertenza in cui sono impegnati i lavoratori e il sindacato è quello della valorizzazione del Gruppo. Ed ecco perché, considerato il valore strategico di questa realtà per la nostra economia, chiediamo al Governo l’apertura di un tavolo che coinvolga oltre all’azienda e alle parti, anche Telefonica. Al partner spagnolo, infatti, vanno chieste garanzie occupazionali e industriali, a partire dalla rete, idonee ad assicurare una prospettiva competitiva ad uno dei pochi grandi gruppi italiani. Se così non fosse, quelle che già sono soltanto buone intenzioni sulla crescita del Paese verrebbero definitivamente declassate al rango di chiacchiere”.
D’accordo anche la Cgil. “La richiesta di Angeletti – dice al Corriere delle Comunicazioni il segretario nazionale della Slc Michele Azzola – è in linea con quanto deciso nell’ultima riunione di coordinamento della RSU del Gruppo Telecom. Il tavolo è essenziale per avere garanzie sul futuro industriale del Gruppo Telecom e sulle prospettive occupazionali. Al Governo ci rivolgiamo perché riteniamo che possa e debba fare due cose molto importanti: fissare gli obiettivi della banda larga, a cui ovviamente Telecom dovrebbe adeguarsi, e approvare velocemente il decreto di modifica sull’Opa”.
Per Salvo Ugliarolo segretario nazionale della Uilcom, il tavolo è necessario perché “il problema sul futuro di Telecom è un problema paese”. “Il governo deve battere un colpo – avverte Ugliarolo – Le carte della partita Telecom cambiano quotidianamente: Patuano ha rassicurato i sindacati sull’aspetto core delle attività brasiliane ma in questi giorni scopriamo che l’Antitrust brasiliano ha sottolineato il pericolo anti-concorrenziale nell’operazione Telefonica-Telco, cosa che potrebbe costringere alla vendita di Tim Brasil con effetti deleteri sulla capacità competiviva di Telecom nonché sull’occupazione. Il governo non può rimanere sordo”.