Dopo l’intervento del Cade il dossier brasiliano diventa ancora più scottante e gli analisti accendono i riflettori su Tim Brasil. “La questione del consolidamento brasiliano è diventata più spinosa. Crediamo che la decisione del Cade sul fatto che Telefonica debba o ridurre la sua quota in Telco o cedere Vivo semplicemente accelererà la tempistica per un’offerta per Tim Brasil e vediamo ogni debolezza su questa notizia come un’opportunità”, commentano gli analisti di Bernstein, secondo cui “tre aspetti – la politica italiana, la regolamentazione brasiliana e le elezioni” nel Paese sudamericano – “rendono l’attuale status quo di Telefonica/Telecom Italia/Tim Brasil insostenibile; la regolamentazione brasiliana ora emerge con più forza tra queste tre”.
Telefonica “ha un forte interesse a un break up di Tim Brasil” e per Bernstein la decisione di aumentare la quota in Telco è stata presa “principalmente per evitare il rischio che Tim Brasil sia fusa con Gvt, cosa che potrebbe mettere a rischio significativo il secondo mercato del gruppo spagnolo, il Brasile”. Per fortuna di Telefonica, notano gli esperti, un break up di Tim Brasil è nell’interesse anche di America Movil e Oi: nel caso in cui l’asset fosse oggetto di spezzatino e diviso tra gli operatori esistenti sul mercato, “questo sarebbe molto favorevole ai restanti tre player”. Secondo Bernstein, dunque, è “imminente la formazione di un veicolo speciale”, che farà un’offerta per Tim Brasil “probabilmente a inizio 2014”, negoziando il prezzo e le quote dello spezzatino tra le tre parti coinvolte, appunto Telefonica, America Movil e Oi. Un bid con questa tempistica, concludono gli analisti, “eviterebbe qualsiasi collisione con le elezioni presidenziali brasiliane e accelererebbe la conclusione di questo periodo di controllo percepito ‘de facto’, se non ‘de jure’, di Telecom che provoca anche disagio alle autorità regolamentari sia in Italia sia in Brasile”.
Secondo Equita Sim “la soluzione ottimale per Telefonica sarebbe quella di imporre a Telecom la cessione di Tim Brasil eventualmente anche a Telefonica stessa, con una fusione Vivo/Tim Brasil, per poi cedere asset specifici sulle indicazioni del Cade. Si riaccende quindi l`appeal speculativo su Tim Brasil“.
D’altro canto, secondo gli analisti “Telecom rischia di non ottimizzare il prezzo di vendita, con una cessione a prezzi superiori a quelli di mercato, o circa 5,4 mld” per la sua quota nella società brasiliana, “ma inferiori a quanto sarebbe possibile spuntare per Telecom in una situazione differente, pensiamo circa 8 mld”.
“Questa soluzione esalterebbe i temi da discutere nella prossima assemblea del 20 dicembre”, in particolare la “governance. Riteniamo comunque che il congelamento di Telefonica, bloccata al 10% indiretto del capitale di Telco, riaccenda un minimo di appeal speculativo”, concludono gli analisti.
Oggi uscendo dal cda di oggi l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ha ribadito la strategicità dell’asset brasiliano. “Tim Brasil è una bella azienda. Abbiamo già dichiarato che èstrategica”. L’Ad ha definito la riunione di questa mattina “un incontro tranquillo” e ha bollato come “curiosa” la scelta dell’ex presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, di aver affidato all’Asati il compito di rappresentarlo in occasione della prossima assemblea dei soci che il 20 dicembre sarà chiamata ad esprimersi sull’eventuale decadenza dei consiglieri di nomina Telco.
Commentando la decisione del Cade, il ceo di Tim Brasi Rodrigo Abreu ha chiarito che ”Telefonica non può forzare la vendita” di Tim Brasil. ”La decisione del Cade ha impatto ‘zero’ sull’operatività della società – ha aggiunto Abreu – e il ritmo resta normale, ‘aggressivo”’. Il ceo di Tim Brasile sottolinea che ‘è’ solo Telefonica a dover vendere le sue azioni” e che ”non c’è bisogno che la società venga venduta per intero”. Inoltre “eventuali proposte per l’acquisto del controllo di Tim Brasil saranno prese in considerazione solo se eviteranno rischi regolamentari o competitivi”, ha sottolineato Abreu.
Nei giorni scorsi, rispondendo alle richieste della Consob, Telecom Italia aveva chiarito che non era in corso nessuna trattativa per la cessione di Tim Brasil che resta strategica. La società smentiva dunque fossero “in corso contatti con potenziali acquirenti” per Tim Brasil, “che se ne persegua la dismissione o la combinazione con altri operatori, che siano pervenute offerte d’acquisto, sia pure unsolicited”. La controllata e il mercato brasiliano, secondo la società, restano strategiche. I “rumors di presunti progetti di deconsolidamento e/o valorizzazione totale o parziale dell’asset brasiliano descritti e ripresi da giornalisti, commentatori e analisti sono illazioni destituite di fondamento”.