“Abbiamo un grande bisogno dei benefici economici del mercato unico europeo delle tlc”. Con questa parole il commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, si appella al Parlamento europeo che ha iniziato la discussione sugli emendamenti al Mercato unico delle Tlc. “Il primo passo verso il mercato unico – puntualizza Kroes – è consentire agli operatori, specialmente i più piccoli, di operare facilmente oltre confine. È arrivato il momento di eliminare le burocrazia”
Il “Connected Continent”, meglio conosciuto come pacchetto sul mercato unico delle tlc comunicazioni, punta a ridare slancio alle telecomunicazioni creando un contesto più favorevole agli investimenti paneuropei. Tre i pilastri del provvedimento: riduzione della burocrazia per le imprese attraverso l’introduzione dell’Autorizzazione unica, che dovrebbe garantire ai player il diritto a essere operativi ovunque, senza costi aggiuntivi e senza doversi districare tra norme nazionali spesso eterogenee e incoerenti, con conseguenti perdite di tempo e di risultati sul mercato; un’azione regolamentare più “coerente” tra gli Stati così da incoraggiare lo sviluppo di nuove attività in un numero maggiore di Paesi Ue; rendere più semplice l’espansione oltre confine dei piccoli operatori, assicurando loro di non dover contribuire ai costi amministrativi della autorità di regolazione o ai fondi per il servizio universale.
“La commissione intende armonizzare e semplificare i requisiti operativi perché questo è il modo migliore per favorire la competizione ed espandere l’offerta dei servizi sia per gli operatori attivi sia per i quelli futuri”, evidezia ancora il commissario.
La riforma Kroes, pur avendo ricevuto il pieno sostegno degli stati membri in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, ha sollevato un nuovo dibattito nel corso dell’ultimo Consiglio sui trasporti e le telecomunicazioni.
Condivisione degli obiettivi di fondo, ma molte perplessità sulle modalita’ per raggiungerli, e altrettanti dubbi sui tempi da seguire con chi chiede di spingere sull’acceleratore come Italia, Germania e Olanda, e chi invece vuole prendersi tutto il tempo necessario come Francia, Bulgaria e Slovacchia.
Il pacchetto telecom proposto da Kroes, già criticato da buona parte del settore, non raccoglie l’unanimità nemmeno tra gli stati membri, che hanno espresso per la prima volta la loro posizione al Consiglio tlc. Se c’è un consenso unanime sulla necessita’ di rilanciare il mercato unico delle tlc e gli investimenti, diversi sono i nodi sollevati. Tra questi, i provvedimenti per l’eliminazione del roaming, per molti paesi non adeguati allo scopo che si vuol raggiungere vista anche la confusione che si creerebbe con le regole gia’ adottate ma non ancora entrate in vigore.
Dubbi anche sull’autorizzazione unica per gli operatori tlc, che secondo alcuni potrebbe, anziché amplificare, aumentare i costi e l’incertezza giuridica.
Restii quasi tutti i paesi a concedere più poteri alla Commissione in materia di frequenze e spettro, mentre diversi stati hanno espresso perplessità anche sulla tutela dei consumatori ritenendo i propri standard più elevati di quelli proposti da Bruxelles.
I paesi con i mercati tlc più piccoli o periferici, tra cui Croazia, Malta, Repubblica ceca, Irlanda, Ungheria, Cipro e Portogallo, hanno poi messo in guardia dal ”rischio di predominio di oligopoli” a svantaggio della concorrenza tra operatori. ”Rifletteremo alla proposta e decideremo come farla avanzare”, ha concluso la presidenza lituana dell’Ue. Ed e’ qui che si giochera’ la partita tra chi vuole chiudere, come la Commissione, entro la fine del mandato dell’Europarlamento, sotto la presidenza greca dell’Ue, e chi invece vuol far slittare il pacchetto a piu’ tardi.
Berlino ha dato il suo ”incoraggiamento alla presidenza greca ad adottare il pacchetto perché si possa procedere”, e anche l’Italia ha auspicato che il lavoro ”cominci subito, con un approccio costruttivo”, sotto la presidenza lituana ”in modo da mettere in condizioni la presidenza greca di concludere il dossier”. Contraria su tutta la linea Parigi, secondo cui la proposta della Kroes va ”rivista in modo radicale” dedicandole ”tutto il tempo necessario”. Atene, intanto, ha dato la sua disponibilita’ a chiudere il dossier come tutti gli altri che saranno ancora aperti sotto la sua presidenza.