Con un parterre specializzato di oltre 4mila persone e il rilancio
di temi caldi per l’Italia – banda larga, digitale terrestre,
e-government, alta definizione – Bbf-/Expocomm registra il successo
dell’edizione appena conclusa e annuncia già l’edizione del
2010.
Inaugurata da Paolo Romani vice ministro allo Sviluppo economico,
Mauro Cutrufo, vice sindaco del Comune di Roma, Roberto Napoli,
commissario Agcom, Stefano Pileri presidente di Confindustria
Servizi Innovativi e Tecnologici, e Andrea Ambrogetti, presidente
Dgtvi, la seconda edizione dell’evento organizzato da E.J. Krause
e Fiera Roma ha visto la partecipazione del mondo imprenditoriale e
di 50 delegati provenienti dall’area Emea.
In particolare l’alta definizione è stato uno dei temi della
seconda e conclusiva giornata di BBF Expo Comm. Da una conferenza
di HD Forum Italia, intitolato “L’Alta Definizione nel nuovo
panorama tutto digitale: si può fare subito!”, è emerso che in
Francia 2,4 milioni di utenti possono già accedere ai 5 canali
nazionali in HD mentre in Inghilterra sono 2,3 i milioni di
spettatori che vedono la televisione in HD. Nella zona scandinava
sono attivi 23 canali in HD, mentre in Spagna e Russia il nuovo
sistema sta muovendo i primi passi. In Italia, oltre all’offerta
sul satellite di Sky, Rai e Mediaset sono al lavoro per la
trasmissione di contenuti in alta definizione sul digitale
terrestre nelle aree in cui è avvenuto lo switch off. Entro la
fine del 2010, molte famiglie italiane potranno godere di questa
tecnologia gratuitamente o a pagamento. Un dato significativo su
quest’ultimo punto riguarda la distribuzione delle smart card che
ha registrato 150.000 attivazioni, con un tasso di crescita
giornaliero di 1.500 card.
Sul fronte banda larga – Paolo Romani ha anticipato nella giornata
di apertura di BBF Expo Comm che gli 800 milioni per portarla a 20
Mega al 96% della popolazione entro il 2012, arriveranno in due
tranche da 400 milioni l'una – l’Agcom ha organizzato la
conferenza “Infrastrutture e servizi a banda larga e ultra
larga”, durante la quale sono stati presentati i risultati del
programma di ricerca ISBUL (Infrastrutture e Servizi a Banda Larga
e Ultra Larga) promosso dalla Direzione studi e ricerca e
formazione dell’Autorità.
Secondo i primi dati di questo studio (i risultati finali saranno
presentati in primavera), per realizzare una rete in banda larga
che copra il 50% della popolazione l’Italia dovrà spendere tra i
10 e i 15 miliardi di euro. Questo lavoro avrà bisogno di un
inventario delle infrastrutture esistenti. Negli Stati Uniti, per
questa indagine sono stati stanziati 350mln di dollari; in Italia
potrebbero essere richiesti tra i 30 e i 50mln di euro. Alcune
municipalità si stanno già attrezzando; ci sono esempi
significativi in Emilia Romagna, a Mantova, a Milano (dove la
provincia ha già costruito 1.600 km di rete), a Siena, in Sardegna
e in altre località. L’Università di Cassino ha collegato le
sue 5 sedi con circa 80km di fibra e il Comune si sta organizzando
per imitarne l’esempio. A Roma, invece, il Campidoglio si è
attivato con gli operatori di settore per regolamentare le nuove
reti.
Di investimenti nell’innovazione tecnologica si è parlato anche
durante l’incontro “E-Gov 2012: riflessioni e analisi sul
quadro legislativo e sul ruolo del mercato ICT” al quale hanno
partecipato, tra gli altri, Antonio Cianci, Consigliere per
l’innovazione del Ministro Brunetta, Nicola Mazzocca, Assessore
alla Ricerca ed all'Innovazione della Regione Campania, l’on.
Irene Pivetti, Presidente della onlus Learn To Be Free. Ad oggi, il
totale di fabbisogno per il piano di E-Gov è di 1.380 millioni di
euro, dei quali 248 già disponibili e 1.133 da finanziare. Di
questi 1.133 mln, 687 andranno agli obiettivi territoriali, 310 a
quelli territoriali, 99 a quelli di sistema e 37 agli obiettivi di
sviluppo. “Al momento – ha spiegato Antonio Cianci, Consigliere
per l’innovazione del Ministro Brunetta – i fondi sono
‘congelati’ per una non operatività delle casse. Nel 2009,
dobbiamo ricordare che il PIL è sceso del 6% e che ci sono stati
investimenti straordinari per l’Abruzzo e gli ammortizzatori
sociali. Questi fondi sono approvati, devono solo essere
sbloccati”.
Digitale terrestre al centro della prima giornata di incontri.
Dalle discussioni è emerso che l’Italia è all’avanguardia
rispetto alle altre nazioni europee (6,2 mln di famiglie già
“digitalizzate” contro le 5,1 della Spagna, le 4,8 del Regno
Unito e le 100 mila della Francia) e potrebbe addirittura
anticipare al 2011 la digitalizzazione televisiva dell’intero
territorio, prevista inizialmente per il 2012. A confermare questo
dato è stato il vice ministro allo Sviluppo Economico, Paolo
Romani secondo il quale, in base alle ultime proiezioni, è
possibile che la digitalizzazione dell’Italia venga anticipata al
2011.
I dati forniti da Dgtvi, l’associazione per lo sviluppo della
televisione digitale terrestre in Italia, indicano che la
penetrazione della nuova piattaforma ha coinvolto il 51% delle
famiglie italiane e che ad oggi sono stati venduti quasi 21 milioni
di decoder. La nuova tecnologia si sta facendo strada anche nei
dati di ascolto: il 21,4% della popolazione (lo scorso settembre,
era il 4%) usa il digitale terrestre contro il 15,4% il satellite,
fino a poco tempo fa la seconda tecnologia ad essere utilizzata
dopo quella analogica. Nel Lazio, dove la fase di switch off è in
corso, il 91% delle famiglie sono migrate al digitale (manca una
parte del litorale di Latina) ma risulta che già dopo lo
spegnimento di Rai 2 e Rete 4, la scorsa estate l’80% dei
consumatori aveva abbandonato l’analogico: il picco si è avuto a
settembre con 1,7 mln di decoder venduti. Per quanto riguarda i
decoder, si è discusso della questione del sistema Lcn per
l’ordinamento automatico delle posizioni delle emittenti
televisive sul telecomando. Le televisioni locali, infatti,
lamentano una situazione di scarsa visibilità rispetto ai grandi
network e chiedono un trattamento migliore.
“La nostra proposta per risolvere il problema – ha spiegato
Andrea Ambrogetti, Presidente DGTVi – è assegnare i canali
dall’uno al nove agli ex analogici nazionali (Rai, Mediaset, La 7
e Rete A), quelli dal 10 al 19 alle principali emittenti locali
(che dovranno trovare un accordo tra di loro), quelli dal 20 al 49
ai nuovi network nazionali, divisi per area tematica: bambini,
generalisti, spot e informazione. Dal 50, invece, si dovrebbe
tornare alle emittenti locali”.
“Rai Way, società che gestisce tutti i siti della Rai – ha
aggiunto Giuseppe Braccini, responsabile Pianificazione, sviluppo e
business di Rai Way – è stata protagonista del passaggio al
digitale, organizzando l'intera rete nazionale. Nell'ambito
di questa rivoluzione tecnologica, l'Italia vanta un primato
importante: nessuna nazione si è digitalizzata così in fretta. In
occasione di BBF Expo Comm Italia 2009, abbiamo promosso questo
risultato nei paesi dell'EMEA, a cui ci siamo proposti come
assistenti. Un bilancio? abbiamo incontrato algerini, ciprioti,
giordani, marocchini, egiziani e tunisini, totalizzando circa 23
contatti commerciali. Un risultato sicuramente
incoraggiante”.
“Il successo di presenze e gli incontri professionali qualificati
che hanno animato queste giornate in fiera – ha sottolineato
Roberto Bosi, Presidente di Fiera Roma – confermano BBF Expo Comm
evento italiano di riferimento per il settore e la validità della
scelta di EJ Krause che ha individuato nella Fiera di Roma la sua
sede ideale”..
“La forte partecipazione delle Istituzioni, dei delegati Emea e
delle imprese, – ha dichiarato Mary Ann Krause, Vice Chairman of
the Board of Directors di E.J. Krause – ribadisce il ruolo della
città eterna come punto di incontro per scambiare informazioni e
idee e la sua capacità di fare da cerniera tra i Paesi del bacino
del Mediterraneo e del nord Europa”.