Tempestività, partecipazione e intelligenza. Con queste parole il
ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, ha presentato i
primi risultati relativi all’adozione della posta elettronica
certificata da parte dei professionisti iscritti agli ordini.
“I dati che ci hanno forniti i singoli ordini sono confortanti
– ha detto il ministro in conferenza stampa -. Delle
organizzazione più rilevanti, avvocati, commercialisti e
giornalisti, le richieste di mail certificate oscillano da un 70% a
un 100% rispetto sul totale degli iscritti. Si vede che i
professionisti hanno capito la portata rivoluzionaria dello
strumento”.
La legge 150 (la cosiddetta riforma Brunetta) stabilisce che i
professionisti di dotino di una Pec (la scadenza prevista era il 29
novembre) andando ad ingrossare le fila degli “utenti
tecnologici”.
Grazie al "test autunnale" Brunetta conta di attivare nei
primi 7 mesi del 2010 circa 5 milioni di caselle certificate,
unendo a quelle di Aci e Inps quelle dei professionisti appunto,
nonché quelle delle nuove imprese che “con la legge 133/2008
sono state obbligate ad attivare una mail certificata",ha
rimarcato il ministro.
Tutto facile, tutto pronto dunque per inaugurare l’anno della
Pec? In realtà no. E il ministro non lo nasconde. “Ci saranno
certo delle criticità, relative alla duplicazione delle caselle
(un giornalista ad esempio avrà la Pec dell’ordine ma se la
richiede anche quella del cittadino attivabile da gennaio 2010 ndr)
oppure alla reale dotazione tecnologica delle amministrazione
centrali e locali – ha precisato Brunetta -. Ma l’importante è
partire per fare massa critica, innescando un meccanismo virtuoso
in cui i gli utenti spingano la PA ad innovare, e successivamente,
rilevare le problematiche cercando di risolverle, anche rivendendo
quanto stabilito se non funziona. Qui non facciamo assiomi”. In
questo senso la prima “mossa” del ministero sarà quella di
effettuare un censimento delle PA sua centrali che locali per
sapere quante di queste hanno già attivato una Pec per rispondere
al cittadino e in quali servizi. “Entro la fine dell’anno
contiamo di pubblicare un elenco digitale con tanto di motore di
ricerca dove i cittadini potranno navigare e scoprire quale PA ha
una mail certificata”.
E le PA eventualmente inadempienti? “La legge 150 prevede
sanzioni laddove il cittadino non riceva risposta nei termini e con
gli strumenti previsti per legge – annuncia ancora il titolare di
Palazzo Vidoni -. L’introduzione della sanzione si dimostrerà
utile perché le amministrazioni, sommerse dalle Pec dal 2010, si
troveranno costrette ad adeguarsi al più presto alla
normativa”.
Amministrazioni che però riceveranno messaggi di posta certificata
solo dai cittadini italiani. Le norme non prevedono infatti che
dello strumento siano dotati solo chi ha cittadinanza italiana,
anche se risiede all’estero. Abbiamo chiesto a Renzo Turatto se
non si profili un elemento discriminatorio.
“Il Dpcm che norma la posta certificata stabilisce che ne possano
usufruire solo i cittadini italiani. Noi ci siamo attenuti a cioè
che diceva la norma – precisa Turatto al Corriere delle
Comunicazioni -. Questo non vuol dire che non ci siano delle
criticità che poi possono essere risolte, soprattutto per quel che
riguarda i cittadini comunitari. Come ha detto il ministro, però,
l’importante è partire per fare massa critica. Perché solo
grazie a un ingente numero di adozioni possono emergere
distintamente problematiche e lavorare in modo coordinato per
implementare e migliorare il servizio”.
Di seguito il dettaglio dei dati inviati dagli ordini professionali
al ministero PA e Innovazione. Nella tabella non risultano i numeri
dell'ordine dei commercalisti che, però, hanno riferito al
ministro che la totalità degli iscritti ha fatto richiesta di
Pec.