Un miliardo e 200 milioni per il 2014 destinati all’Ict, su un budget totale per il prossimo anno di 7,8 miliardi. Ma non è tutto, perché nell’ambito dei progetti di ricerca e sviluppo l’information and communication technology è anche un tema trasversale, che troverà un suo spazio, e quindi finanziamenti, anche nelle proposte che non sono indirizzate direttamente al settore.
Sono i numeri di “Horizon 2020”, il principale programma di ricerca e innovazione dell’Unione europea, che nei sette anni dal 2014 al 2020 potrà contare su una dotazione complessiva di 80 miliardi di euro. Oggi sono state pubblicate le “first calls” per il biennio 2014-2015, che prevede in tutto un budget di 15 miliardi di euro. I finanziamenti dell’Ue nell’ambito della ricerca sono prevalentemente attribuiti in base a inviti a presentare proposte su base concorrenziale.
“Tre i pilastri in cui saranno divisi i finanziamenti – spiega Alessandra Lucchetti, capo Unità delle Azioni Marie Curie della Dg per l’educazione e la cultura della Commissione europea – ‘Eccellenza scientifica’, con stanziamenti per 3 miliardi, dei quali 1,7 al Consiglio europeo della ricerca per ricercatori di alto livello e 800 milioni per le borse di ricerca Marie Sklodowska Curie rivolte ai giovani ricercatori. Poi ‘Leadership industriale’, con una dotazione di 1,8 miliardi per sostenere settori come le Tlc, le nanotecnologie, la robotica, le biotecnologie e la ricerca spaziale, e ‘Sfide della società’, con 2,8 miliardi per progetti innovativi su sanità, agricoltura, ricerca marittima e bioecnomica, energia, trasporti, azioni per il clima, ambiente, efficienza nel campo delle risorse e delle materie prime, società riflessive e sicurezza”. Nel settore “Eccellenza scientifica” sono previste 4 calls nell’ambito delle “tecnologie emergenti e del futuro”, per un totale di 220 milioni, e 4 calls per le infrastrutture della ricerca europea, che includono anche quelle online, per un totale di 277 milioni, mentre nell’ambito dell’eccellenza industriale si prevedono 700 milioni da dedicare nello specifico all’Ict.
Ma più in generale “Orizzonte 2020” prevede per il prossimo biennio 12 aree su cui incentrare le iniziative, tra le quali l’assistenza sanitaria personalizzata, la sicurezza digitale e le smart cities.
“E’ ora di mettersi all’opera – afferma Màrie Geoghegan-Quinn, commissario europeo per la Ricerca, l’innovazione e la scienza – I finanziamenti di Orizzonte 2020 sono essenziali per il futuro della ricerca e dell’innovazione in Europa e contribuiranno alla crescita, all’occupazione e a una migliore qualità della vita dei cittadini. Orizzonte 2020 – prosegue il commissario – è stato concepito per conseguire risultati concreti. Abbiamo ridotto la burocrazia per rendere più semplice la partecipazione. Rivolgo quindi un appello per partecipare al programma ai ricercatori, alle università, alle imprese, comprese le Pmi, e ad altre parti interessate”.
“Horizon 2020 è l’unico programma di cui è stata aumentata la dotazione finanziaria rispetto al passato – afferma Lucio Battistotti (nella foto), capo della rappresentanza in Italia della Commissione euroepa – che è passata da 50 a 80 miliardi. Il programma si collega tra l’altro anche con l’industrial compact, che sarà presentato a fine gennaio: combinando gli sforzi di queste due strategie si potrà ottenere l’obiettivo di far tornare l’Europa, dove questo settore è nato con la prima rivoluzione industriale, leader nel mondo, grazie anche e soprattutto alla collaborazione tra industria e ricerca”.
“Per l’Italia – commenta Diassina Di Maggio, direttore dell’Apre, l’agenzia che ospita tutti i punti di contatto nazionale di Horizon 2020 in Italia – sarà necessario puntare sull’assistenza, per dare ai ricercatori e alle Pmi tutti gli strumenti per affrontare questa sfida avendo a disposizione tutti gli strumenti utili. Su questo siamo impegnati a fondo, contando anche sulla nostra esperienza nel campo, visto che da 24 anni ci occupiamo di bandi e ricerca”.