Via libera al regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica: lo ha pronunciato oggi il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, adottando il nuovo schema con voto unanime al termine di un percorso – non privo di ostacoli, manifestazioni di consenso ma anche polemiche – iniziato la scorsa primavera. La notizia, anticipata ieri dal Corriere delle Comunicazioni, è stata diffusa da un comunicato della stessa Agcom. Il regolamento entrerà in vigore il 31 marzo 2014. Tre i cardini del testo, con relatori Francesco Posteraro e Antonio Martusciello: azioni di contrasto verso le “violazioni massive” del diritto d’autore sul web e mai contro gli utenti finali, nessun intervento d’ufficio dell’Autorità ma procedure portate avanti “nel pieno rispetto del contraddittorio” e azioni tese a sviluppare una culturale della legalità in Rete.
Frutto delle osservazioni emerse nei mesi scorsi durante la consultazione dei vari soggetti interessati e del dialogo intercorso con la Commissione europea, il testo adottato dal Consiglio presieduto da Angelo Marcello Cardani contiene alcuni, essenziali concetti più volte ribaditi dall’Autorità nell’arco di questo anno di lavori: innanzitutto il provvedimento “assegna carattere prioritario alla lotta contro le violazioni massive” e “non riguarda gli utenti finali, per cui – dice l’Agcom – non incide in alcun modo sulla libertà della rete”. Non è dunque previsto alcun intervento diretto nei confronti degli internauti, come invece prevede, giusto per fare un esempio, l’Hadopi, organismo francese per la tutela del diritto d’autore finita nel mirino del governo Hollande dopo una pioggia di critiche sulla sua scarsa efficacia.
Altro concetto-chiave del provvedimento: l’Authority non agirà d’ufficio. Per avviare un procedimento contro chi viola il copyright online è richiesta la presentazione di un’istanza da parte del titolare del diritto. L’Agcom ribadisce che, non agendo d’ufficio, è escluso che “i provider siano chiamati a svolgere un’attività di monitoraggio della rete”. Una questione che nei mesi scorsi aveva scatenato il dibattito, a tratti molto acceso, proprio tra Agcom da una parte e provider dall’altra, i quali sostenevano il loro diritto a chiamarsi fuori da qualsiasi operazione di monitoraggio del web.
Ma l’Agcom ribadisce che non dovranno entrare in gioco. E aggiunge che anche l’uploader e i gestori della pagina e del sito Internet accusati di violazione del diritto d’autore potranno far concludere la procedura a loro carico semplicemente adeguandosi spontaneamente alle richieste e presentando controdeduzioni.
Inoltre gli atti verranno archiviati se il titolare del diritto si rivolgerà all’Autorità giudiziaria. Le misure inibitorie – che sono quelle previste dal decreto legislativo n. 70 del 2003 – saranno improntate a criteri di adeguatezza, gradualità e proporzionalità.
Più in generale l’Agcom si dice convinta che la lotta alla pirateria non possa limitarsi a un azione di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di attività positive volte a creare una cultura della legalità nella fruizione dei contenuti. In questo senso, puntualizza l’Authority, potrà operare l’apposito Comitato tecnico, formato da rappresentanti di tutti gli stakeholder e delle istituzioni interessate, che avrà il compito di favorire forme di autoregolamentazione finalizzate all’educazione degli utenti e alla promozione dell’offerta legale.