LO STANDARD

G.Fast, l’Itu dà il primo ok all’ultrabroadband su rame

La tecnologia consente di raggiungere velocità di 1 Gb al secondo sfruttando le reti esistenti. Performance che fanno concorrenza a quelle della fibra. Così le telco potranno dare nuovo valore ai network in rame

Pubblicato il 13 Dic 2013

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Gli Stati membro dell’Itu (International telecommunications union) hanno raggiunto la prima fase di approvazione del G.fast, il nuovo standard del broadband capace di raggiungere velocità di accesso fino a 1 Gbit/s sulle linee telefoniche esistenti.

Entro un raggio d’azione di 250 metri dal punto di distribuzione, lo standard del G.fast, che ha velocità simili a quelle della fibra, offre ai service provider uno strumento a supplemento delle strategie Ftth (Fiber to the home) permettendo un’ulteriore monetizzazione, dando al tempo stesso all’utente finale i benefici dell’auto-installazione dell’Adsl2. L’Itu ritiene che il G.fast, nell’ambito dell’architetture FTTdp (Fiber to the distribution point), unisca le caratteristiche migliori della fibra e dell’Adsl2.

I vantaggi per i consumatori sono nella soluzione chiavi in mano che non richiede un intervento del tecnico per l’installazione e che offre al tempo stesso la potenza per supportare servizi che richiedono ampia banda, come lo streaming Ultra-Hd 4K o addirittura 8K e l’IpTv, lo storage avanzato su cloud e la comunicazione su video ad alta definizione.

L’Itu sottolinea che i protocolli di strato fisico del G.fast hanno raggiunto il punto di stabilità richiesto per avviare la procedura per l’approvazione dello standard e che i produttori di chip cominceranno ora a incrementare la progettazione e i test sui chip G.fast.

“Dall’Adsl nel 1999 al G.fast nel 2014, le soluzioni Dsl basate su standard Itu hanno moltiplicato le velocità di accesso per 125 negli ultimi 15 anni”, ha dichiarato Hamadoun Touré, segretario generale dell‘Itu.

L’ITU-T G.9701 dovrebbe ottenere l’approvazione finale insieme all’ITU-T G.9700, che specifica i metodi per assicurare che le attrezzature del G.fast non interferiscano con i servizi broadcast come la radio su FM.

Il progetto G.fast ha attratto la partecipazione attiva di un gran mumero di service provider, produttori di chip e vendor di sistemi. Le aziende coinvolte nel suo sviluppo hanno già confermato la capacità di trasmissione di un Gigabit al secondo di questa tecnologia tramite test di laboratorio e esperimenti su campo usando attrezzature prototipo basate su bozze avanzate dello standard.

Il G.fast è disegnato per coesistere con il Vdsl2, cosicché i service provider potranno sfruttare i vantaggi di ciascuno standard in ambienti diversi e passare i clienti da una tecnologia all’altra in base a modelli di business dinamici. La migrazione al G.fast è veloce e lo standard complementerà le strategie Ftth: verrà utilizzato laddove il G.fast si rivelerà più conveniente per costo ed efficacia rispetto all’Ftth.

Lo sviluppo dello standard G.fast è stato coordinato con il progetto Fiber to the Distribution Point (FTTdp) del Broadband Forum, che ora sta sviluppando una suite di test per i sistemi G.fast, un whitepaper e, possibilmente, anche un programma di certificazione.

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