“Abbiamo sentito Telecom il 28 novembre e per quanto audire Telecom sia sempre un’esperienza gradevole non intendiamo farlo con troppa frequenza”. Il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, pur mantenendo il tono cordiale di fatto “gela” i rapporti, già freddi, con l’azienda capitanata da Marco Patuano. La questione del listino unbundling 2013 è chiusa e non ci sono margini per aggiustare il tiro: Telecom se ne faccia una ragione, è di fatto il messaggio che il presidente di Agcom manda a Telecom per l’ennesima volta (questa volta in risposta alle domande dei giornalisti a margine di un’audizione in Senato). “Non è una mia decisione, è una decisione del consiglio (il riferimento è al mantenimento delle tariffe, ndr)”, puntualizza Cardani. Se è vero che il presidente dice “non ho intenzione di sottrarre la speranza, ultima dea, a nessuno, uomo o frutto” (il riferimento al frutto riguarda la frase “spremuti come limoni” pronunciata da Patuano), è anche vero che ritiene improbabili incontri con Telecom prima del 12 gennaio, la deadline ultima sulla decisione relativa al listino unbundling (ma l’Autorità ha già fatto sapere che le tariffe 2013 non saranno modificate e saranno approvate in occasione del Consiglio convocato per il 19 dicembre).
Che i rapporti fra Telecom e l’Authority non siano dei migliori in questo momento è sotto il naso di tutti. Ma il presidente dell’Agcom non risparmia nemmeno gli Olo: “Dato che il gioco è a somma uno e non a somma zero, spremere più o meno il limone significa dare più o meno succo ad altri, che sono pure partecipanti del mercato, e non a oziosi cuculi che si cibano delle risorse senza fare niente”, ha detto Cardani. ”Visto che in passato mi sembra che molto sugo sia rimasto nel limone, anche se adesso variamo un po’ la composizione della dieta degli altri non ci vedo uno scandalo”, prosegue.
Anche riguardo alla diatriba con la Commissione europea Cardani non demorde: “Ho lavorato nella Commissione Ue, so come vengono fatte le cose e i margini di errore. Sono convinto che il Presidente insieme ai Commissari sia infallibile come il sinodo papale, sono però convinto che una Commissaria (Neelie Kroes, ndr) abbia delle opinioni e che anche l’Authority possa avere opinioni che non si basano su intuiti ma su testi di legge”.