INNOVAZIONE

Federico Gelli (Nova): “L’Italia ha bisogno di un risorgimento digitale”

Presentata a Roma l’Associazione Nova, punta a stimolare l’innovazione e a sostenere il cambiamento dell’economia italiana grazie al trasferimento tecnologico e alla ricerca. Via a proposta di legge sulla digitalizzazione della PA

Pubblicato il 18 Dic 2013

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Imprese, professionisti e cittadini insieme per innovare e sostenere il cambiamento della nostra economia grazie al trasferimento tecnologico e alla ricerca. Sono questi alcuni degli elementi che caratterizzano l’Associazione Nova (Network, Orizzonti, Valori, Azioni), neonata realtà che conta già oltre sessanta adesioni e che è stata presentata oggi nella sala Leopardi di Roma Eventi Trevi in Piazza della Pilotta 4 a Roma, durante con un incontro dal titolo: “L’innovazione diventa azione”.

All’incontro hanno partecipato il presidente e fondatore di Nova, il deputato del Pd Federico Gelli, membro della Commissione bicamerale per la semplificazione, il vicepresidente Carlo Mochi Sismondi, Domenico Laforenza direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR Pisa e il deputato del Pd Paolo Coppola, professore associato di Informatica Università di Udine. Inoltre, gli imprenditori presenti hanno avuto modo di presentare le loro esperienze e avanzare richieste su come rendere più efficace una vera politica dell’innovazione.

Quello dell’innovazione è un tema nevralgico che però sembra fuori dall’agenda politica, quando ora più che mai il paese avrebbe bisogno di una grande sfida in questo settore per semplificare il rapporto tra Stato e Cittadini, ridurre i costi e creare nuove professioni e nuovi posti di lavoro. Non esiste in pratica una “politica per l’innovazione”, che vuole anche dire ricerca, trasferimento tecnologico e cambiamento.

Una mancanza di visione strategica che ha come conseguenze una generale arretratezza degli strumenti didattici nelle scuole o servizi fallimentari totali o parziali, come la carta di identità elettronica, la tessera sanitaria, il sistema di interoperabilità delle anagrafi comunali del Ministero degli Interni, il sistema impresa in un giorno, i vari portali Italia solo per fare qualche esempio di progetti vecchi di anni. Ma anche quelli nuovi sembrano seguire tale strada. Malgrado questo, i dati Istat descrivono una realtà a due facce.

Se da una parte per ricerca e sviluppo tecnologico l’Italia investe solo l’1,3% del Pil mentre in Europa i paesi più importanti investono più del doppio, dall’altra nel triennio 2008-2010, il 53,9% delle imprese italiane ha prodotto innovazione a fronte del 49% rilevato nella media europea. “Questo dimostra che in Italia le competenze esistono – spiega il presidente di Nova Federico Gelli – ma è necessario rimuovere i freni all’innovazione. Per questo abbiamo bisogno di uno stimolo, di un “luogo del coraggio” dove si dicano le cose come stanno, facendoci forti delle competenze, delle conoscenze e dei saperi di tutte quelle persone che hanno e avranno voglia di confrontarsi sui temi del cambiamento”.

Tra gli obiettivi della neonata associazione una proposta di legge sui temi dell’innovazione e della digitalizzazione della PA prima di tutto nella sanità, favorire il dialogo tra le imprese che operano nel settore dell’innovazione tecnologica, sostenere una nuova relazione tra pubblico e privato per ridurre i costi e migliorare i servizi offerti ai cittadini.

“Non si tratta di un cambiamento qualsiasi – aggiunge Gelli – ma di un vero processo di innovazione che punta sulla qualità, su un network di persone e di idee per trasformare le idee in concrete azioni partendo dalla sanità e dalla semplificazione, guardando all’innovazione come una politica trasversale che aiuti il Paese a ritrovare se stesso e soprattutto a costruirsi un nuovo futuro perché abbiamo bisogno di una grande rivoluzione di idee, azioni positive e non di una rivoluzione nelle strade”.

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