“È evidente che quel tipo di intervento fiscale che la Camera ha introdotto ha bisogno di un coordinamento con le norme europee essenziali: l’inserimento di questo punto” nell’agenda europea “ci consentirà di sciogliere questo nodo, un nodo che va sciolto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine del Consiglio europeo di Bruxelles, parlando della cosiddetta web tax.
Sulla norma, che prevede vincoli fiscali per le pubblicità online e che oggi ha ottenuto il via libera dalla Camera grazie al voto di fiducia sulla legge di stabilità che la contiene, è arrivata ieri la prima bocciatura pubblica della Ue. Come ha detto al Corriere delle Comunicazioni Emer Traynor, portavoce del commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale Algirdas Šemeta, la web tax “sembrerebbe contraria alle libertà fondamentali e i principi di non-discriminazione stabiliti dai trattati” , perciò ha espresso “seri dubbi sull’emendamento per come si presenta attualmente”.
Già l’Ufficio studi della Camera, dopo l’ultima formulazione della normativa, aveva lanciato l’allerta, segnalando che il comma 17-bis “non è compatibile con la normativa comunitaria in materia di libertà di circolazione di beni e servizi” e rilevando la mancanza di “specifici strumenti” per l’attività di informazione nei confronti dei consumatori.
Prima dell’approvazione del testo finale, in vista del voto di fiducia, Matteo Renzi, neo segretario del Pd aveva chiesto a Letta di liminare ogni riferimento alla web tax e porre il tema dopo una riflessione sistematica nel semestre europeo”.