IL CASO

Privacy Ue, bocciati tutti i candidati

Stop alla procedura di selezione del successore di Peter Hustinx, in scadenza a metà gennaio: la Commissione rifiuta l’intera rosa di nomi tra cui l’italiano Giovanni Buttarelli: “Nessuno presenta la necessaria combinazione di visione e di capacità di garantire l’implementazione delle misure di protezione dati”. La protesta del deputato Lopez Aguilar: “Sospettiamo ci siano interessi a paralizzare la nomina”

Pubblicato il 02 Gen 2014

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La Ue rischia di trovarsi a inizio 2014 senza la testa dell’istituzione che coordina la protezione dei dati nei 28 Stati membri. Il 16 gennaio scade infatti il secondo mandato di Peter Hustinx, supervisore Ue dal 2004, ma la procedura di selezione del suo successore è stata bloccata dalla Commissione e non è ancora chiaro quando ripartirà.

”C’è molta preoccupazione, quella del garante è una figura europea imprescindibile in un momento in cui la protezione dei dati ha acquisito un’importanza senza precedenti”, afferma all’Ansa José Fernando Lopez Aguilar, eurodeputato socialista spagnolo e Presidente della Commissione Libe, libertà pubbliche del Parlamento Ue. ”È stato realizzato un processo anomalo: i candidati di qualità ci sono, vogliamo sapere perché la Commissione li ha bloccati”, sottolinea Lopez Aguilar.

A inizio dicembre un ”Comitato di consultazione”, formato dal Segretario Generale della Commissione Ue Catherine Day e da esperti esterni ha fatto fuori un ventaglio di 5 nomi, tra cui l’attuale vice-supervisore Ue Giovanni Buttarelli ed i garanti di Polonia e Finlandia.

”Il Comitato – si legge in una lettera di spiegazione inviata dal Commissario Ue all’Amministrazione Pubblica Maros Sefkovic a Lopez Aguilar – ha ritenuto che nessuno dei candidati mostrasse la necessaria combinazione di visione (politica, ndr) e di capacità di garantire l’effettiva implementazione” delle misure di protezione dei dati e di equilibrio tra sicurezza e privacy. ”E’ una motivazione incomprensibile”, attacca Lopez Aguilar, ”nel gruppo dei bocciati ci sono eccellenti candidati, alcuni già selezionati 5 anni fa, come Buttarelli. Non si capisce questa ostruzione, abbiamo il diritto di sospettare che ci siano interessi e paesi disposti a paralizzare il processo invece di prendere decisioni di carattere europeo”.

E infatti il processo di selezione è bloccato, tanto che il gabinetto di Sefkovic si rimpalla con quello della collega alla giustizia Viviane Reding la responsabilità di proporre una nuova lista di nomi. La Commissione Libe del Parlamento Ue riunisce i 7-8 gennaio, in agenda, oltre alla data dell’audizione di Edward Snowden contro cui si schierano conservatori e parte dei popolari, anche la richiesta di una nuova celere selezione per il supervisore Ue.

”Probabilmente qualche Stato membro, ma anche qualche paese terzo, diciamo d’oltreoceano, vuole un garante Ue debole e stanno facendo molte pressioni sulla Commissione perché vengano selezionati personaggi di calibro inferiore”, spiega una fonte diplomatica.

Uno stallo, quello in corso, che potrebbe risolversi anche con un altro colpo di mano: una nomina “politica”, di fatto con un non-esperto, una linea già seguita in Germania. Il 19 dicembre il Bundestag eleggeva la deputata Cdu Andrea Vosshof al posto del super esperto Peter Schaar. Una scelta assai criticata dalle Ong che difendono il diritto alla privacy.

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