E’ stato costituito un comitato per una class action a difesa degli utenti della Bip Mobile che da fine anno non hanno più possibilità di utilizzare la rete dopo che la Telogic, che fornisce i servizi, gli ha tolto la connessione, pare, per una forte esposizione debitoria. A promuovere l’azione è il Siti, il sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio con l’assistenza dello Studio legale Calvetti & Partners di Treviso. “E’ un’azione avviata per il risarcimento danni – ha detto l’avvocato Sergio Calvetti – per l’interruzione di servizio da parte del gestore telefonico. Dal 30 dicembre 220 mila utenti si sono trovati senza collegamento telefonico e di linea nel momento piu’ importante dell’anno. E’ un servizio pubblico che è venuto a mancare e che ha creato un enorme disagio. Telogic ha tolto alla Bip Mobile la connessione a causa di un’insolvenza rilevante, i suoi clienti non possono più né chiamare né ricevere e ora rischiano anche di perdere definitivamente il proprio numero”.
Bip Mobile era stata presentata nel 2012 dall’allora Ad Fabrizio Bona, proponendo una tariffa low cost decisamente concorrenziale, appoggiandosi alla rete di H3g. La società è controllata dalla famiglia Giacomini (cui fa capo anche One Italia) con una quota del 66%, in un azionariato di cui fanno parte anche lo stesso Bona (25%) e altri piccoli soci. Bip Mobile ha, tra l’altro, denunciato i tre colossi della telefonia all’Antitrust, che ha avviato un’istruttoria in merito, per le difficoltà incontrate nella commercializzazione delle sim nei negozi multimarca, quelli che prestano l’attività per più operatori.
Telogic, un operatore mobile virtuale che si rifornisce da H3G (3 Italia), ha diffuso un comunicato sul sito Mvnonews.com rilevando che non aveva altra soluzione che interrompere i servizi forniti a Bip Mobile “che, da mesi ormai, non onora più gli impegni presi con il proprio Enabler” e “non potendo più sopportare l’esposizione che aumenta quotidianamente, è stata costretta ad interrompere la fornitura dei servizi”.
Sentito ieri dal nostro giornale, Bona ha detto che per Bip Mobile “era impossibile competere”. “Ma in generale è molto difficile essere operatori mobili virtuali in Italia – spiegava Bona – A differenza di altri Paesi europei, da noi non è garantito un equilibrio tra i prezzi wholesale – che i virtuali pagano – e quelli al dettaglio fatti dagli operatori che offrono la rete”. “E’ successo che nel corso del 2013 gli operatori hanno dimezzato i prezzi al dettaglio, ma lo stesso non è successo con le tariffe che fanno pagare all’ingrosso ai virtuali. Impossibile fare margine in questa situazione”. Bona ricorda che ancora pende un’indagine dell’Antitrust su Tim, Wind e Vodafone, proprio su denuncia di Bip.