IL CASO

Agid, si “sblocca” lo Statuto: è alla Corte dei Conti per l’approvazione

Dopo un’empasse durata mesi, il testo istitutivo dell’Agenzia è stato licenziato oggi dalla Presidenza del Consiglio. E il via libera definitivo dalla magistratura contabile potrebbe arrivare entro fine mese

Pubblicato il 09 Gen 2014

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Oggi lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale ha lasciato la Presidenza del Consiglio, per arrivare alla Corte dei Conti, dove avrà l’approvazione finale. Lo riferiscono fonti della Presidenza. Secondo le stesse, l’approvazione alla Corte è stata promessa a breve al direttivo dell’Agenzia, “forse già entro fine gennaio”, visto che verrà avviata una procedura d’urgenza (quella standard richiede invece fino a 60 giorni, con il principio del silenzio-assenso)..

Sarebbe confermata l’impostazione già data all’Agenzia con il decreto del Fare: questa è rimessa alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio e avrà un organico di 130 persone. Adesso sono 100 le persone che l’Agenzia ha già a disposizione, avendo incorporato funzioni e personale di due enti, DigitPA e l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. Una volta approvato lo Statuto, quindi, l’Agenzia potrà potenziarsi e anche emanare primi atti formali. Com’è noto, nelle more dello Statuto, Agostino Ragosa sta lavorando a vari atti firmandoli formalmente in qualità di commissario della Presidenza del Consiglio e non di direttore dell’Agenzia. Un escamotage che comunque ha rallentato l’attività dell’Agenzia.

La Presidenza chiude quindi adesso un iter che è durato un anno, con alterne fortune.Il primo intoppo è arrivato con il cambio di Governo: il primo Statuto, sulla scorta del decreto Sviluppo Bis del governo Monti, assegnava 150 persone all’Agenzia e la sottoponeva a un ampio numero di ministeri. Il governo Letta ha ridotto l’organico e ne ha centralizzato le competenze, istituendo il gruppo di lavoro di Francesco Caio presso la Presidenza del Consiglio. Quest’impostazione è stata consolidata con il decreto del Fare,

Già la scorsa estate, comunque, terminato l’iter del decreto del Fare, il testo dello Statuto era definitivo nella sostanza, ma ha poi subito un lungo iter burocratico di consultazione. Pare che abbia pesato anche una verifica di fattibilità dello Statuto alla luce degli obiettivi di spending review. Ancora a ottobre Caio, resosi conto dei ritardi fin qui accumulati, aveva promesso che lo Statuto sarebbe stato approvato entro dicembre 2013. Adesso, se tutto va bene, la promessa slitterà di un mese. Con questo non finiscono le incognite intorno alla governance dell’Agenda digitale. Ci sarà ancora da vedere come assicurare una continuità al lavoro di Caio, il cui mandato dovrebbe scadere il 31 marzo 2014. Presso la Presidenza del Consiglio molti adesso tifano per supportare la governance del digitale con la nascita di un ministero ad hoc, sfruttando il prossimo rimpasto di Governo.

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