Il governo del Brasile sta prendendo in considerazione la possibilità di permettere agli operatori telecom del Paese di ripagare in parte le multe inflitte negli ultimi anni dal regolatore tramite degli investimenti. Lo ha reso noto lo stesso regolatore telecom brasiliano, Anatel.
Gli investimenti potranno coprire circa il 14% (un massimo di 3,5 miliardi di real o 1,46 miliardi di dollari) del totale di oltre 25 miliardi di real che gli operatori brasiliani devono al governo sia per alcune tasse non pagate sia per le multe inflitte da Anatel per le carenze nel servizio di telecomunicazione fornito. Questa conversione del debito in investimenti sarebbe possibile grazie a una normativa emessa dall’authority a dicembre.
Tra le aziende che potrebbero beneficiare della riduzione delle multe ci sono gli operatori di linea fissa Oi e Vivo e gli operatori mobili Claro e Tim Brasil. Questi ultimi hanno fatto sapere che valuteranno attentamente la proposta di Anatel prima di decidere i possibili investimenti. Anatel ha tuttavia indicato che per il momento non ha ricevuto alcuna particolare manifestazione di interesse da parte delle telco brasiliane a convertire le multe in investimenti.
L’authority ha spiegato che i tipi di investimenti che aiuteranno a far fronte alle multe potrebbero essere sia proposti da Anatel che dagli stessi operatori. “Le regole per gli investimenti non sono molto rigide”, ha fatto sapere Anatel tramite un portavoce, come riporta il Dow Jones. “I tipi di investimenti che gli operatori potranno fare sono moltissimi”.
Le telco non potranno tuttavia convertire con questa modalità le multe che hanno deciso di contestare in tribunale o quelle che sono state già rese definitive in procedimenti amministrativi dalla stessa Anatel.
Anatel ha multato gli operatori di telecomunicazioni del Brasile perché non hanno garantito la qualità del servizio né ampliato l’infrastruttura come richiesto dai criteri fissati dal governo. Secondo il presidente dell’agenzia Joao Rezende la conversione in investimenti sarebbe utile tanto al governo quanto agli operatori, anche perché il ricorso ai tribunali per contestare le multe è molto costoso.