LA LETTERA

Siddi (Fnsi) contro la Cancellieri: “No a censure per le testate online”

Il presidente della Federazione della Stampa scrive al ministro della Giustizia dopo l’oscuramento, a seguito di un provvedimento del gip di Spoleto, di alcuni articoli pubblicati sulla testata online Tuttoggi.it relativi ad un’inchiesta giudiziaria sulla Banca di Spoleto. “Provvedimento abnorme, atti ormai pubblici”

Pubblicato il 10 Gen 2014

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È “spropositato” l’oscuramento di alcuni articoli di una testata online deciso da un magistrato: lo denuncia Franco Siddi (nella foto), segretario generale della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) in una lettera al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, facendo riferimento al sequestro preventivo, mediante oscuramento di articoli, del sito Tuttoggi.info da parte del gip di Spoleto.

“C’è un forte rischio per il giornalismo di inchiesta e che si possa diffondere l’idea che la censura sia introducibile nel nostro Paese ancorché non sia formalmente prevista dal nostro ordinamento, come non lo è nei sistemi democratici” scrive Siddi.

Nel documento la definisce una vicenda che “pone problematiche sensibili sul rapporto giustizia-informazione. La ratio delle norme in vigore per il caso sottoposto a intervento giudiziario – prosegue – ci pare possa essere quella della contravvenzione, che non presupporrebbe il sequestro. Non possiamo dire che si tratti di un atto fuori legge ma che la legge, evidentemente, consente interpretazioni così ampie e suscettibili di scelte molto delicate al punto da apparire come atti di censura preventiva quando si arriva al sequestro di un giornale”.

Il segretario della Fnsi sottolinea che nel caso specifico di Tuttoggi.info “il sequestro preventivo deciso dal Gip, a conclusione dell’indagine della Procura di Spoleto, ci appare assolutamente spropositato. Sono stati infatti oscurati (tecnicamente “sequestrati”) tre articoli con notizie relative ad atti processuali ormai pubblici di un’inchiesta della magistratura relativa alla Banca Popolare di Spoleto, nel corso della quale sono state rinviate a giudizio 34 persone”.

Siddi rileva che l’ipotesi che questa pubblicazione potesse influenzare il giudice dell’indagine preliminare, in quanto informato prima dalla stampa, “introduce un principio per niente condivisibile, perché mina la libertà dell’informazione e la stessa sua funzione di essere uno degli strumenti fondamentali della pubblicità dei processi, nel rispetto dell’interesse pubblico a conoscere e sapere. Trattandosi di una testata giornalistica, in quanto registrata e quindi soggetta a tutte le norme di legge che regolano la carta stampata, il sequestro appare assolutamente abnorme. Abbiamo l’impressione che, quando la contestazione sulla liceità di pubblicazione di atti giudiziari riguarda un giornale web, sia sottopesata la funzione del giornale stesso come organo di stampa”. Infatti, “qualche altro episodio di oscuramento di pagine web c’era già stato da parte di altri tribunali”. C’è quindi – per Siddi – “un forte rischio per il giornalismo di inchiesta e che si possa diffondere l’idea che la censura sia introducibile nel nostro Paese ancorché non sia formalmente prevista dal nostro Ordinamento, come non lo è nei sistemi democratici. Se tutto ciò accade anche a causa della indeterminatezza e vetustà delle leggi sulla stampa in Italia, è evidente quanto sia necessaria una riforma avanzata della legislazione perché sia in linea con i canoni delle moderne democrazie e con la giurisprudenza consolidata delle Corti europee”. Da qui l’auspicio della Fnsi di “un’attenta valutazione” da parte del ministro della Giustizia e la “promozione di iniziative di chiarimento, se necessario, anche di carattere legislativo”.

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