Il fondo internazionale Hutton Collins investe 50 milioni di euro nella toscana Dedalus, una delle eccellenze nel settore software per la sanità. “Si tratta di un’operazione – ha spiegato al Sole 24 Ore Giorgio Moretti, fondatore e ad del principale operatore italiano dei sistemi informativi sanitari – che serve a semplificare la compagine azionaria e aiuta l’uscita dei fondi chiusi di Intesa presenti nel capitale. Ora oltre alla mia società che controlla la maggioranza delle azioni, il resto del capitale è diviso tra Hutton Collins e il fondo Mandarin, che ha circa il 36%”. L’ingresso del fondo sino-italiano Mandarin nel capitale di Dedalus era avvenuto circa tre anni fa.
Moretti ha proseguito spiegando che, attraverso questa operazione, vengono garantiti “circa 25 milioni di euro di capitale freschi da spendere nel processo di internazionalizzazione, che oltre al consolidamento delle recenti acquisizioni in America Latina e quelle che stiamo per finalizzare in Medio Oriente, prevederà anche una crescita per linee esterne in Cina, Turchia e se ci saranno buone occasioni anche su altri mercati europei, Italia inclusa”.
A sua volta Mauro Moretti di Hutton Collins (è solo un caso di omonimia con l’ad di Dedalus) sottolinea l’importanza che “un fondo internazionale investa 50 milioni in Italia” dove, a suo dire, “ci sono moltissime aziende interessanti e indipendenti cui guardare”.
Dal 2006 sotto la guida di Giorgio Moretti, Dedalus ha portato a termine una trentina di acquisizioni in Cina, Sudafrica, Romania, Spagna e America Latina, con attività che inizieranno a breve anche in Egitto e Arabia Saudita.
Secondo le stime aziendali, per il 2016 il fatturato generato all’estero potrebbe arrivare a rappresentare il 30-40% del totale, dall’attuale 15%. Per Giorgio Moretti “la Borsa è il punto d’approdo naturale per un’operazione di questo tipo, ma la quotazione va fatta quando la struttura è ben consolidata”.