Quattrocentodiciannove licenziamenti, di cui 223 nei siti di Agrate e Vimercate, e 128 nello stabilimento di Catania. E’ il prezzo, in termini di lavoro, che l’Italia potrebbe dover pagare per la riorganizzazione in corso su scala internazionale di Micron, azienda di microelettronica produttrice di memorie presente in Italia con più di mille addetti negli stabilimenti di Agrate, Catania, Arzano, Avezzano e Padova.
Ad annunciarlo sono stati i vertici dell’azienda durante l’incontro al Mise con le organizzazioni sindacali e il coordinamento nazionale. “Fim, Fiom e Cisl – si legge in una nota dei sindacati – hanno rigettato il piano di tagli e chiesto all’azienda di bloccare la procedura di licenziamento collettivo”, chiedendo ulteriori incontri coordinati dal ministero per analizzare il piano industriale dell’azienda. “La volontà di tagliare il 40% del personale – affermano i sindacati – potrebbe infatti prefigurare la volontà di dismettere gradualmente la presenza in Italia dell’azienda. Da due anni a questa parte infatti, la Micron ha già ridotto di metà la forza lavoro a seguito della cessione di due rami d’azienda verso la St microelectronics di Agrate e la LFoundry di Avezzano”.
“Anche il ministero della Sviluppo economico ha chiesto alla Micron di congelare la procedura di licenziamento per consentire una discussione sul piano industriale – puntualizzano i sindacati – anche al fine di verificare la possibilità di ricollocare internamente parte delle risorse in esubero e di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti. La direzione della Micron ha rifiutato la proposta e annunciato che entro la settimana aprirà la procedura di licenziamento collettivo. A fronte del rifiuto, il ministero dello Sviluppo economico ha quindi invitato le parti a discutere la procedura al tavolo del ministero”. Il prossimo incontro sulla vertenza è convocato al Mise il 28 gennaio.
“Fim, Fiom e Uilm considerano gravissimo l’atteggiamento irresponsabile della Micron – affermano – Il Governo italiano deve riuscire a interloquire con i vertici americani della multinazionale per convincerla a evitare i licenziamenti e a mantenere una presenza qualificata sul nostro territorio. Nei prossimi giorni si svolgeranno in tutta Italia iniziative di mobilitazione per convincere l’azienda a modificare il suo piano. A tal fine è stato proclamato un primo pacchetto di 16 ore di sciopero che si svolgeranno giovedì e venerdì in tutti i siti italiani”.
“L’azienda rispetti gli impegni presi – afferma Enzo Bianco, sindaco di Catania – Purtroppo i segnali preoccupanti che avevamo sono stati confermati. Esistono importanti finanziamenti europei per la micro e nano elettronica e ci saremmo aspettati dall’azienda piani per rilanciare lo sviluppo e salvaguardare l’occupazione. L’Amministrazione comunale continuerà dunque a battersi strenuamente a fianco dei lavoratori per far mantenere all’azienda gli impegni presi promuovendo interventi in campo nazionale, regionale e locale”. Tra le altre cose il sindaco etneo avrebbe proposto al tavolo con il Governo di attivare proprio per il sito siciliano “una trattativa con Regione, sindacati e vertici di Micron e St Microelectronics”.