L’80% degli utenti di Facebook abbandonerà il social networktra il 2015 e il 2017 mentre, già a partire da quest’anno, la percentuale sarà del 20%. È questo il risultato choc di una ricerca condotta da John Cannarella e Joshua A. Spechler dell’Università di Princeton che applicato i modelli di analisi dello sviluppo delle epidemie.
Lo studio sostiene che per comprendere il fenomeno Facebook sia necessario paragonarlo a una malattia: che si diffonde rapidamente, ottiene un picco significativo di “infetti” e poi velocemente si ritira, lasciando il social network con l’80% di utenti in meno alla fine del suo decorso, nel 2017. Secondo i ricercatori di Princeton, condizione necessaria perché questo avvenga è il contatto tra un “malato” – ovvero un iscritto a Facebook – con un non malato, il quale farà progressivamente perdere interesse al contagiato nei confronti del social network.
A mano a mano che progredirà lo scarso interesse per Facebook, saranno sempre di più coloro che cancelleranno l’account. La creatura di Mark Zuckerberg ha da poco superato il miliardo di iscritti. Se le previsioni dell’università di Princeton dovessero rivelarsi azzeccate, Fb dovrebbe considerarsi definitivamente accantonato: Zuckerberg aveva dichiarato nei mesi scorsi che il suo obiettivo era di diffondere in modo massivo internet, raggiungendo l’obiettivo dei cinque miliardi di “connessi” in tempi ragionevolmente brevi. L’idea gli è costata una pesante reprimenda da parte di Bill Gates che ha sostenuto che la priorità sia curare le malattie – quelle vere stavolta – che, soprattutto nel continente africano, continuano a mietere centinaia di milioni di vittime ogni anno.
Inoltre, se gli studi dell’Università di Princeton dovessero essere confermati, anche la capitalizzazione di Facebook andrebbe incontro a un pesantissimo ridimensionamento: dopo essere stata collocata nel maggio del 2012 a 38$ per azione, valutando complessivamente 104 miliardi di dollari il social network, oggi la creatura di Zuckerberg vale circa 160 miliardi di dollari. Una cifra enorme che ha permesso al suo fondatore di mettersi in tasca, prima volta nella storia, uno stipendio (senza contare azioni e bonus) superiore al miliardo di dollari.