La Commissione europea unisce le forze con le grandi aziende globali al Forum dell’economia mondiale di Davos per ampliare l’alleanza volta a creare opportunità di formazione e lavoro nel mondo digitale e hitech. L’espansione della Grand coalition for digital jobs o Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale è stata trainata dalla volontà del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e del vice presidente Neelie Kroes, che hanno chiamato a raccolta i Ceo delle grandi aziende globali per discutere la Davos Declaration, mettendo in cantiere 100.000 nuovi percorsi di formazione entro la fine del 2015.
Ha parlato di lavoro a Davos anche il presidente di Google Eric Schmidt, secondo cui il “problema occupazionale” sarà quello che definirà il mondo dell’economia nei prossimi due-tre decenni. Data la costante evoluzione della tecnologia, infatti, molte persone senza qualifiche specialistiche rischiano di perdere il posto di lavoro e di essere prive delle necessarie competenze per trovare un nuovo impiego. Per Schmidt è una situazione simile a quella prodotta dalla prima rivoluzione industriale, ma che non deve far voltare le spalle all’innovazione. Al contrario, solo l’alta innovazione, su scala globale, può permettere di creare più lavoro di quanto ne venga perso. Schmidt ha ricordato che sono le piccole imprese ad alta innovazione a creare posti di lavoro, molto più che le grandi imprese tradizionali.
La stessa Kroes ha indicato che investire nelle Ict genera il doppio dei lavori di quelli che l’economia perde per effetto della diffusione della tecnologia. Per esempio, negli ultimi cinque anni sono stati creati 800.000 nuovi posti di lavoro nella app economy, 300.000 dei quali come sviluppatori di software.
Schmidt ha detto che le nuove tecnologie creano “molti lavori part-time e crescita nelle industrie creativa e del caring …i lavori della classe media vengono sostituiti da lavori nei servizi”. Per questo i governi devono investire in sistemi formativi che migliorino le competenze in modo da tenere il passo con i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro.
La Grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale è stata avviata a marzo 2013. Barroso e la Kroes hanno chiesto a governi, aziende e università di unirsi per aiutare l’Europa a colmare le lacune in professionisti del digitale: ne mancheranno 900.000 entro il 2020, secondo le stime della Commissione.
Da allora, le 42 organizzazioni partner dell’iniziativa europea hanno creato 2.200 nuovi lavori nel settore digitale, offerto più di 5.200 tirocini e corsi per 269.000 persone. Le organizzazioni partner includono grandi gruppi della tecnologia come Cisco, Google, Microsoft, Oracle, Samsung, Sap, Telefonica, insieme ad associazioni di settore.
Ora la coalizione si allarga e si pone nuovi obiettivi per il 2014 tra cui uno dei principali è quello di raggiungere i settori dei beni di consumo e del retail, che in misura crescente dipendono da lavoratori dotati di competenze digitali.
“La Grand coalition for digital jobs usa le economie di scala di cui possiamo godere a livello Ue per far incontrare persone qualificate e aziende innovative. Questo vuol dire mettere in pratica l’integrazione europea. Invito tutti coloro che ancora non ne fanno parte a entrare nella coalizione e cogliere questa opportunità di aiutare l’Europa a guidare la prossima rivoluzione dell’Ict“, ha dichiarato Barroso.
“Incontro tantissimi giovani pieni di iniziativa che hanno disperato bisogno di trovare opportunità”, ha aggiunto Neelie Kroes. “E vedo aziende che hanno disperato bisogno di lavoratori con competenze digitali. La coalizione fa incontrare queste due esigenze”.
All’interno del progetto europeo, sono tante le iniziative già avviate. Per esempio, sono in fase di sviluppo 11 coalizioni nate dal basso fatte da governi e aziende locali, servizi per l’impiego e attori del mondo della formazione. Coalizioni nazionali esistono già in Lituania, Romania e Polonia e altre si stanno formando in Austria, Bulgaria, Italia, Grecia, Lituania, Spagna, Amsterdam e Paesi Baschi.
Ancora, sono già disponibili due corsi Mooc (Massive open online courses) per insegnanti di scienza e tecnologia della scuola secondaria, mentre Microsoft aumenterà il numero degli stage del 50% in tre anni (per un totale di 13.500 nel periodo 2013-2015).
Il Council of European professional informatics societies (Cepis) ha lanciato l’e-Competence Benchmark, uno strumento per permettere a chi cerca lavoro e alle aziende di incontrarsi in base alle competenze richieste.
L’Università del Pireo, in Grecia, sta sviluppando un one-stop-shop per tracciare le necessità delle aziende, fornire corsi online e offrire servizi di matchmaking per le persone formate, mentre in Italia Didasca, Banda Larga e Menti Acute hanno formato in competenze dell’Ict 3.000 persone e 1.100 insegnanti.
Un altro esempio delle iniziative che si stanno svolgendo all’interno del progetto europeo è YouRock, che ha finanziato col crowdfunding una nuova piattaforma di employability per giovani di tutta Europa: qui i ragazzi possono usare le loro attività di creazione di contenuti online per dare dimostrazione delle loro abilità.