ANITEC

Radaelli: “Agenda digitale, serve un ministero dell’Innovazione”

Il presidente di Anitec: “Troppa frammentazione ostacola l’attuazione, c’è bisogno di un centro decisionale forte”

Pubblicato il 24 Gen 2014

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La sanità digitale italiana ha bisogno di un centro decisionale forte e l’Agenda digitale necessita di un ministero dell’Innovazione. E’ la riflessione fatta da Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, in occasione del convegno organizzato a Rovereto da Health Innovation Hub “Innovando. Progetti e soluzioni tecnologiche per sanità e sociale”.

“Una questione chiave – dichiara Radaelli – riguarda il fatto che l’implementazione dei processi digitali crea una trasparenza “scomoda” su un buon numero di prassi decisionali. Scomoda per piccoli e grandi centri di potere, a scapito dello sviluppo del Sistema-Paese”. Per rompere questa barriera, secondo Radaelli, “è necessario definire grandi progetti che fungano da driver per il cambiamento e uno di questi è la piena attuazione delle innovazioni digitali nella gestione del servizio sanitario. L’Agenda Digitale in sanità può tradursi in 10 miliardi di euro di risparmi annui a fronte di un miglioramento esponenziale dei servizi e della presa in carico completa del cittadino-paziente”.

Secondo il presidente di Anitec, il punto di partenza è il completamento della rete a banda larga su tutto il territorio nazionale, utilizzando a questo scopo anche le risorse messe a disposizione dalla Commissione Europea.

“Attualmente, sotto il profilo della gestione sanitaria, abbiamo in Italia punti di eccellenza nell’innovazione digitale e punti di totale carenza: lo scopo è omogeneizzare al rialzo questo scenario e applicare lo stesso modello vincente alla Pubblica Amministrazione – evidenzia Radaelli – Per fare tutto questo è però necessario che venga istituito un centro forte con poteri decisionali e attuativi, come potrebbe essere un ministero per l’Innovazione”.

Per concludere, tra i punti principali che devono tracciare la road map innovativa della PA (sanità inclusa) in Italia nei prossimi anni, secondo Radaelli vi sono la realizzazione dell’anagrafe unica applicata all’identità digitale e lo sviluppo di tutte le iniziative volte a sviluppare competenze digitali diffuse, creare comunità (città, contesti sociali) sempre più “smart” e promuovere tutte le forme di e-Government a livello di singoli Comuni.

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