Riprenderanno lunedì le trattative al tavolo su Alcatel-Lucent aperto al Ministero dello Sviluppo economico e coordinato dal sottosegretario Claudio De Vincentis. Con i vertici dell’azienda saranno presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, e si riprenderà la discussione interrotta alla fine del 2013 sullo “Shift plan” che prevede 586 licenziamenti in Italia, pari a un terzo della forza lavoro su cui l’azienda franco-statunitense conta nel nostro paese, e più di 10mila esuberi nel mondo.
Ieri un gruppo bipartisan di parlamentari aveva rivolto una lettera aperta al management di Alcatel-Lucent e al Governo per caldeggiare la soluzione che prevede la cessione di un ramo dell’azienda, che avrebbe potuto “facilitare gli investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali, tutelando le eccellenze nel Paese”.
Si tratterebbe, come da più parti si era parlato nelle ultime settimane, di cedere una parte dell’ottica, rispetto alla quale ci sarebbero già aziende interessate a rilevare l’attività, sia in Italia sia all’estero. Lunedì sera potrebbe essere più chiaro come l’azienda stia valutando questa opportunità, e quale soluzione ritenga più adatta alle proprie esigenze.
“Non mi aspetto nulla di nuovo in riferimento alla salvaguardia dell’occupazione – afferma Enrico Azzaro (Uilm) – E’ importante che l’azienda sia disposta a cedere, oltre agli addetti, anche le attività di business, altrimenti non sarebbero possibili accordi sostenibili. Di sicuro noi preferiremmo una soluzione italiana, affidata a un management competente e che conosce il business. Rispetto a eventuali proposte dall’estero, invece, al momento non c’è evidenza di investimenti”
“La sostenibilità è un aspetto fondamentale – aggiunge Giuseppe Ricci (Fim Cisl) – Ovviamente l’appello dei parlamentari è il benvenuto e lo condivido, ma per il futuro sarà fondamentale salvaguardare la continuità e lo sviluppo, valorizzando il know how presente in azienda. Senza dimenticare che tutti i lavoratori e tutti i posti di lavoro hanno la stessa dignità, per cui ci aspettiamo che si approfondisca e si trovi una soluzione, oltre che per Vimercate, anche per i lavoratori degli stabilimenti di Battipaglia e Rieti”.